Era un polivalente vero, come molti campioni del passato, quando lo sport era solo un gioco, un divertimento, e specializzazione o professionismo termini inesistenti in quel mondo di atleti che su estro, talento e forza fisica costruivano una vita diversa, avventurosa, invidiabile. Nino Bibbia era, è e sarà per sempre famoso soprattutto per essere stato il primo italiano a vincere una medaglia d'oro all'Olimpiade invernale, successe nel 1948 a St. Moritz, dove lui viveva dall'età di 4 anni. Nino Bibbia è morto a 91 anni, era nato nel marzo del 1922 a Bianzone, provincia di Sondrio, ma in Italia ha vissuto ben poco perché il padre, commerciante di frutta e verdura che trasportava con carri a cavallo attraverso il passo Bernina, decise di trasferirsi in Svizzera con tutta la famiglia. Anche per questo al giovane Nino fu risparmiata la guerra. Ai Giochi olimpici del 1948, una grande festa dopo l'interruzione bellica di 12 anni, Bibbia partecipò alle gare di salto (69 metri di volo), bob (pilota dell'equipaggio a 2 e a 4 piazzati fra i primi dieci) e faceva anche parte della squadra italiana di hockey su ghiaccio.
La sua fama però la costruì sullo skeleton, sorta di slittino su cui scendere a testa in giù, i piedi usati come timone e, eventualmente, freno. Ma Nino era uno che frenava poco e non nascondeva l'orgoglio di aver vinto 231 gare. Quel giorno di febbraio del '48, nemmeno lui ricordava la data con esattezza, Nino dominò la gara olimpica fin dalla prima manche, e dire che solo da poche settimane si era dedicato a questo sport da brivido, che dopo quell'edizione dei Giochi venne eliminato dal programma olimpico per rientrarvi solo nel 2002, a Salt Lake City. Pioniere, precursore dei tempi, Bibbia fu uno dei primi atleti a filmarsi durante una discesa, negli anni Cinquanta non esisteva la GoPro tanto di moda fra gli atleti di oggi, ma si fece montare sulla schiena una macchina da presa pesantissima che faceva filmini di dubbia qualità, eccellenti però per rendere l'idea di quanto veloci si potesse scendere in quel budello di ghiaccio creato per essere affrontato nel più sicuro bob.
Con gli sciatori abetonesi Zeno Colò e Celina Seghi, l'unica del gruppo ancora viva e sempre vispa, Bibbia era una leggenda degli sport invernali, uno di quei nomi che si imparano a conoscere fin da bambini. Il suo addio ci fa sentire un po' più vecchi e soli.
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