Tre quarti d'ora di EuroNapoli al Camp Nou nel derby di Maradona. Poi la sofferenza per tutto il secondo tempo, il pareggio finale resta un risultato giusto. Il Barcellona si è trasformato ed eccitato dopo un avvio disastroso, il Napoli è stato perfetto confortato dal gol rabbioso e feroce di Zielinski con una doppia conclusione, prima di sinistro e poi, sulla ribattuta di Ter Stegen, di destro, esibendo football elegante e tosto con i catalani ridotti ai minimi, vantaggio consolidato dal gioco fluido disegnato da Spalletti che ha dato alla squadra l'autostima necessaria, dunque una consapevolezza delle proprie qualità e un ermetico pacchetto difensivo.
La prima frazione ha visto dunque il Napoli tenere il campo senza sudditanza nei confronti della splendida scenografia dello stadio (73.525 spettatori paganti mentre nel nostro condominio si discute ancora sul 50 o il 75 per cento di presenze!) e contro un avversario di censo, di storia, di fascino ma totalmente diverso dal Barcellona mas que un club. Non può certamente fare miracoli Xavi riprodotto in campo dall'olandese De Jong che, rispetto al maestro originale, ha visione più limitata, sempre orizzontale con un ritmo mentale inferiore, in avanti nessun centravanti, l'ultimo fu Luis Suarez, ma esterni Traoré, Ferran Torres, latitante Aubameyang, dunque l'orchestra Koulibaly ha gestito senza particolari affanni le idee catalane, anche se certe uscite dai sedici metri sono state a volte azzardate.
Il Napoli si è organizzato attorno a tre uomini di assoluto livello, Zielinski, Anguissa e Fabian Ruiz ai quali si è aggiunto in sacrificio Insigne, però fragile, e la proposta offensiva di Elmas la cui azione ha mandato a coricarsi mezza difesa catalana per offrire il pallone gol a Zielinski. La squadra di Spalletti si è appannata in apertura del secondo tempo, concedendo spazio eccessivo alla manovra del Barça, un mani (forse un dito) istintivo, a braccia larghe, di Juan Jesus su un tiro di Traorè, ignorato dall'arbitro Kovacs però individuato dal Var, ha portato al rigore e al pareggio di Ferran Torres.
A questo punto Xavi ha cambiato tre uomini, inserendo Busquet e Dembelé ma soprattutto Fabio Gavira nato il 5 agosto del 2004, ribadendo che dobbiamo guardare all'estero (a San Siro il Liverpool con Elliott nato il 4 aprile del 2003) per sentire il vento fresco, rispetto alla villa Arzilla nostrana. Finale da cuore in tumulto per i cinquemila tifosi napoletani ma ovaciones per tutti, buon calcio da champions più che da euroleague.
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