Forse oggi passerà un po' inosservata, ma la Uefa ha lanciato una novità che nei prossimi anni potrebbe diventare appassionante. Un nuovo torneo per le squadre nazionali che va ad affiancare Europei e Mondiali, ma che funziona con un criterio molto simile a quello dei nostri campionati, dividendo le nazionali europee in 4 serie con promozioni e retrocessioni. Un torneo che servirà a proporre incontri molto più omogenei di quelli che dobbiamo sorbirci nelle qualificazioni euro-mondiali (con le varie Italia-Liechtenstein e Germania-Andorra, tanto per fare due esempi) e che farà sparire quasi del tutto le vecchie amichevoli che ormai appartengono a un'idea romantica del football d'altri tempi, ma oggi non scaldano più i tifosi.
Ecco dunque la grande novità, progettata già durante la presidenza Platini (gliene va dato atto) e presentata ieri a Losanna da Aleksander Ceferin, il nuovo capo dell'Uefa: da settembre 2018 nasce la Nations League che si concluderà nel giugno del '19 con i playoff che assegneranno i titoli delle quattro categorie e contemporaneamente un posto agli Europei del 2020. Le 55 nazionali europee saranno divise (in base al ranking Uefa del 1° gennaio 2018) in una serie A e una serie B da 12 squadre ciascuna, in una serie C da 15 e una serie D da 16. All'interno di ogni serie le squadre verranno raggruppate in minigironi da tre che, con partite di andata e ritorno, determineranno le formazioni che accederanno ai playoff, quelle che verranno promosse alla serie superiore e quelle che retrocederanno. Il titolo europeo potrà essere conquistato da una delle 12 big, mentre le altre daranno la caccia alla promozione al gruppo superiore.
Con una simulazione legata al ranking attuale, l'Italia finirebbe ovviamente in serie A con Germania, Francia, Portogallo, Belgio, Spagna, Inghilterra, Svizzera, Croazia, Polonia, Islanda e Bosnia. Questo significherebbe che durante la stagione 2018-19 ci verrebbero proposte sfide tipo Italia-Germania o Spagna-Inghilterra non come semplici amichevoli ma legate alla conquista di un titolo vero e proprio. Partite da tre punti, insomma.
Una riforma apprezzabile, che noi del Giornale avevamo già suggerito in passato e che permette sfide tra nazionali molto più omogenee, perché anche tra quelle di secondo o terzo livello la competizione sarà molto più equilibrata e quindi interessante.
La Nations League non cancellerà le qualificazioni europee tradizionali, ma adesso si spera che il passo successivo possa essere quello di rendere annuale la cadenza della Nations League almeno per le 12 big, esentandole da quei gironi di qualificazione così sbilanciati. E rendendo così molto avvincente anche la corsa per la promozione in serie A.
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