«La migliore chemioterapia per Pelé è la Seleção», ha assicurato ieri Galvão Bueno, storico giornalista sportivo della Globo, amico di Pelé al fianco del quale ha commentato tre Mondiali in tv. «Ho scambiato alcuni messaggi con la sua famiglia e mi hanno detto che il momento in cui si sente meglio è quando guarda le partite del Brasile». La speranza, dunque, è che oggi «la Seleção lo faccia stare un po' meglio, qualificandosi per i quarti con in campo Neymar, grande ammiratore di Pelé e che oggi potrebbe rientrare dopo l'infortunio».
Ieri i tifosi della Torcida Jovem del Santos, la squadra con cui Pelé ha vinto 45 titoli, sono stati stretti tutto il giorno intorno al loro idolo, circondando l'entrata dell'ospedale Albert Einstein dove il campione è ricoverato da martedì scorso con un enorme manifesto di O Rei giovane, al culmine della sua carriera. Una veglia silenziosa per pregare per la sua salute. Molte le candele accese in suo onore davanti all'ospedale. Volantini con sopra la riproduzione di una foto di Pelé con la maglia numero 10 e la frase «lunga vita al re» sono stati distribuiti ai passanti. In centinaia sono rimasti lì per ore, nonostante la pioggia che ieri a San Paolo per tutto il giorno si è mescolata alle loro lacrime.
«Speriamo che Pelé si riprenda, sappiamo che il momento della sua vita è molto difficile. Il nostro è solo un omaggio da parte di persone che sono di Santos, quindi lui sa che siamo qui a pregare per lui», spiega Ciro Estivalli dos Santos, 62enne paulista unitosi alle orazioni e che ha saputo della veglia attraverso i social network. I membri della Torcida Jovem del Santos FC non hanno parlato con la stampa: «Non siamo qui per rilasciare interviste ma solo per pregare per O Rei», ha detto il loro leader. Ieri notte, l'ospedale ha diffuso un nuovo bollettino medico informando che Pelé «ha avuto una buona risposta alla cura delle infezioni respiratorie con antibiotici, senza mostrare alcun peggioramento nelle ultime 24 ore».
A dominare sullo stato di salute del campione, in fase terminale per un cancro con metastasi a fegato, polmoni e intestino, è dunque la riservatezza, imposta dai sette figli di Pelé, Kely, Joshua, Celeste, Jennifer, Flavia, Gemina ed Edinho e dalla moglie, Marcia Aoki. Anche chi tra gli ex compagni di squadra al Santos che hanno un rapporto stretto con lui e la famiglia, come il 74enne Manoel Maria, la scelta è di riserbo assoluto, proprio per rispettare le decisioni dei Nascimento.
Del resto sono i figli di Pelé i principali responsabili della gestione di questo momento molto difficile. Flávia e Kelly sono le più vicine a O Rei e il loro obiettivo è di essere la fonte ufficiale di tutte le informazioni in queste ore.
Da segnalare, infine, la posizione di Joe Fraga, lo statunitense che dal 2009 cura l'immagine di O Rei, assai critico con la stampa che, a suo dire, starebbe alimentando lo «sfruttamento dell'industria della morte» che danneggia non solo Pelé ma anche tutti coloro che lo circondano.
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