Da zoppicante a esultante. La trasformazione di Christof Innerhofer è durata 22 giorni per chi se lo ricorda uscire acciaccato dal superG della combinata di Santa Caterina a fine 2016, ma ancora meno per lui, che continuava a soffrire per il male al ginocchio. Ieri miracolo! Inner è risorto, la sfida più attesa dell'anno per i velocisti lo ha talmente gasato da fargli scordare il dolore, ma soprattutto lo ha liberato mentalmente, facendolo andare in partenza con un solo pensiero: scia come sai e divertiti. Ha vinto? No, è finito secondo a Matthias Mayer (altro redivivo), ma il risultato vale come una vittoria e anche se c'è un pó di amarezza per quei 9/100 concessi all'austriaco, la gioia di essersi ritrovato supera di gran lungo la delusione per la vittoria mancata. Anche perché, diciamolo, finire sul podio a Kitzbuehel è in ogni caso un successo, anche se la gara di ieri, il superG, è stato solo un aperitivo al grande evento, la discesa, in programma oggi e imperdibile per ogni appassionato che voglia definirsi tale. L'appuntamento, per chi non avrà la fortuna di essere fra i sessantamila che invaderanno la zona di arrivo, è davanti alla televisione alle 11.30 (Raisport1 ed Eurosport), alle 10.15 invece saranno impegnate le donne, sempre in discesa, ma a Garmisch.
In realtà, il superG non è stato tanto diverso dalla discesa, basti dire che nel tratto finale si sono toccati i 140 km all'ora, ma il tecnico italiano ed ex discesista Alberto Ghidoni non ha potuto sbizzarrirsi nella tracciatura, obbligato a seguire la linea della discesa per evitare che i passaggi rovinassero il terreno causando problemi nella gara di oggi. Tutti vogliono lo spettacolo, ma nessuno ha dimenticato quanto successo un anno fa sulla Streif: le cadute e gli infortuni (per Aksel Lund Svindal il più grave, tanto che il norvegese ha dovuto rioperarsi al ginocchio martedì scorso e la sua stagione è già finita), ma anche la vittoria di Peter Fill, tassello fondamentale verso la conquista della coppa del mondo di specialità.
L'Italia protagonista, allora, c'è e si è vista nel superG, ma se Peter Fill ha sbagliato qualcosa di troppo ed è finito settimo appena dietro a Dominik Paris, ad esultare è stato Innerhofer, quasi incredulo dopo una prova corsa con il cuore, senza tirare su il piede dall'acceleratore nemmeno dopo il grande rischio corso alla prima curva. «Quella doveva essere un test per il ginocchio» ha detto Christof commentando la sua prova. E visto che in pratica ha curvato su una gamba sola, la destra, con la sinistra dolorante sparata in su, verso il cielo, con annesso sci, bé, il test non c'è stato e forse da lì in giù Inner non ha più pensato a nulla. «Proprio così. E questa è stata la chiave: per me era già bello esserci, ero solo felice di tornare, tutto il resto sarebbe stato un extra. A volte bisognerebbe pensare di meno e sciare, sciare come sai e basta. Non avevo rimesso gli sci per tre settimane, qui poi ho fatto solo una prova per non forzare la gamba, avevo un po' male». L'inizio stagione di Christof è stato tutt'altro che brillante, un decimo posto il miglior risultato in cinque gare, poi l'annullamento della discesa di Santa Caterina (aveva dominato la prova cronometrata) e per finire l'anno la caduta e la forte contusone muscolare.
«Sì, le ultime settimane non sono state belle, per questo sono incredulo e mi godo ancora di più il risultato, che dà serenità e fa stare bene: non bisogna mai smettere di crederci. Non mi ero ancora qualificato per il Mondiale (a febbraio, ndr), ora potrò sciare ancora più sereno». Sereno giù per la Streif? Mah se lo dice lui
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