Diario dai Giochi / Obama, Merkel e Silvio: tutte matrioske

Caro diario, comincio col racconto di quanto mi è successo lunedì sera...

Caro diario, comincio col racconto di quanto mi è successo lunedì sera, alla Casa Italia di Rosa Khutor. Stavo finendo di scrivere dopo una cena finalmente degna di tale nome (c'è poco da fare: sul cibo nessuno ci batte, men che meno i russi), quando all'improvviso ho visto avvicinarsi Armin Zoeggeler con un bicchiere di birra in mano. Giuro che ho provato una certa emozione. Non che non sia abituata a frequentare campioni, ma lui, quest'uomo di ghiaccio col pizzetto nero e lo sguardo fiero, mette davvero in soggezione, tanto più ora che è entrato nella storia dello sport olimpico con un record forse imbattibile. «Ciao, come va?». Eppure l'altra sera alla pista di slittino sembrava non avermi nemmeno riconosciuta, a dimostrazione che quando l'adrenalina, condita con la stanchezza, è in circolo, un atleta vive in un altro mondo, solo suo. Oggi pomeriggio sono scesa in città, ad Adler, che non è Sochi, distante un'altra decina di chilometri e dove non ci sono impianti olimpici. Ero con mia figlia Federica e la sua amica Mimì, che scia per l'Andorra, felici di esserci procurate i biglietti per entrare all'Iceberg, il palazzetto del ghiaccio dove stavano esibendosi le coppie nel programma corto. Abbiamo camminato fra le palme ammirando i giochi di luci del parco olimpico e del favoloso complesso detto Piccolo Cremlino, che Putin ha fatto costruire (non è ancora pronto) per ospitare i grandi del mondo che verranno a trovarlo nella sua residenza estiva. Ci siamo immerse nella folla, avvolte da musica e colori… tutto bellissimo a parte il fatto che una volta raggiunto l'ingresso dello stadio abbiamo scoperto che i nostri biglietti erano per il giorno 12 e non per l'11, come dire: Niet! Ogni preghiera è stata vana, la lunga coda al ticket office sperando in un cambio inutile. Ci siamo consolate con un giro nei negozi che vendono i souvenir olimpici.

Mimì si è scatenata fra mascotte e matrioske, ce n'erano di tutti i tipi, anche quelle dedicate a personaggi politici, da Putin, naturalmente, a Obama, la Merkel, la regina Elisabetta, e poi tante celebrità del passato, Lady Diana, Clinton, Reagan, Eltsin, Gorbaciov, Breznev e, accanto ai grandi del mondo, anche una matrioska dall'aria familiare: quella con la faccia di Silvio Berlusconi.

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