Vorrebbero farlo viola, ma lui resta in rosa. Sereno, tranquillo e pacifico come pochi, Joao Almeida, il 22enne portoghese in rosa da quindici giorni, non accenna a spegnersi. Zompetta sui pedali come se il Giro fosse iniziato ieri. In verità il Giro, quello vero, è iniziato sabato scorso sulle strade del Prosecco con la cronometro da Conegliano a Valdobbiadene dove Almeida aveva già fatto vedere a tutti di godere di buonissima salute. In verità già in cima a Roccaraso stava benone, ma in molti gettavano acqua sul fuoco per via della giovane età e della sua tenuta in una corsa di tre settimane. Ora siamo alla resa dei conti e lui è ancora lì: in rosa.
Quindi, come la mettiamo? Che il pupo portoghese non sarà un CR7 del pedale, ma non è chiaramente né un pollo né tantomeno uno sprovveduto. Quindi, ha tutto per sorprenderci ancora. Per chi non vuole portarlo in carrozza a Milano, oggi è in pratica all'ultima chiamata.
Il giorno per attaccare è oggi. Non ce ne saranno altri: decidono lo Stelvio e l'arrampicata finale ai Laghi di Cancano, soprattutto alla luce dello stravolgimento della tappa del Sestriere che arriverà sempre nel rinomato centro sciistico (e sarà scalato per tre volte di fila, la prima da Pragelato e le altre due da Cesana) ma priva di Colle dell'Agnello e Izoard. Come si temeva, il tappone di sabato è stato abbassato al rango di normale tappa, perché le autorità francesi hanno vietato l'ingresso nel loro territorio per questioni di Covid.
Ci si aspettava qualcosa di più ieri, sulle strade che hanno condotto la corsa rosa su a Madonna di Campiglio, ma per Almeida le preoccupazioni sono state davvero pochine. Provano a metterlo in mezzo i soliti noti della Sunweb, ma quando Hindley allunga il passo, a rincorrerlo è nientemeno che il suo capitano Kelderman: insomma, i due più che unirsi per la battaglia finale, sembra che la battaglia se la facciano tra le mura di casa.
Per il resto, se la corsa per la maglia rosa è congelata, davanti i più audaci se le danno di santa ragione. Ancora una volta va all'attacco l'australiano Ben O'Connor, 350 chilometri all'attacco in due giorni di fila e ne approfitta arrivando tutto solo sul traguardo. Beffato da Tratnik a San Daniele, l'australiano ci riprova: a 8 chilometri dal traguardo toglie il disturbo e s'invola solo e soletto verso Campiglio dove va ad incassare il primo centro in un grande giro.
Ma oggi c'è lo Stelvio, la cima Coppi, la vetta più alta di questo Giro d'Italia abbassato. Si salirà, anche se i problemi i corridori potrebbero averli in discesa. Sui 21 chilometri in picchiata verso l'ultima salita ci sarà molta neve: significa pochi gradi previsti in cima (3-4 al massimo). In più, da metà discesa in poi c'è molta ombra, col rischio di ghiaccio.
Gli esperti sostengono che i corridori si troveranno a pedalare per almeno mezzora in una cella frigorifero. Il pericolo sono le cadute e la paura, che potrebbe tarpare le ali ai nostri eroi, congelando così di fatto anche la classifica.
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