Otto cambi per dimenticare l'Argentina più dell'unica sconfitta rimediata un anno e mezzo fa a Batumi contro la Georgia. Sembra una partita della vita ma forse lo è solo nella testa di chi vuole vedere negli 80 minuti di Genova qualcosa che non c'è. E allora la spiega Quesada: «Quella è una partita che l'Italia ha sbagliato, ma in quell'atmosfera sarebbe stato difficile per tutti. Loro stanno crescendo, possono battere anche squadre di primo livello e sta a noi rimanere concentrati». Come dire voltiamo pagina e pensiamo solo a batterli a Marassi. Tecnica di raffreddamento dopo la sconfitta severa contro i Pumas.
Il cittì azzurro risparmia Capuozzo e stravolge la formazione, guarda ai Lelos georgiani ma all'orizzonte pensa inevitabilmente anche agli All Blacks. Dentro Gallagher, Trulla, Vintcent, Lamb, Ferrari, Nicotera e Fischetti con i fratelli Garbisi in mediana. La parola magica è rotazione ed è in panchina che appaiono i volti nuovi come quello di Giulio Bertaccini, in settimana a un passo dal debutto in maglia azzurra. Si arriva a alla Georgia dopo gli errori e i regali offerti sette giorni fa all'Argentina. La Georgia è una squadra che difende bene e che nel rallentare il gioco ha uno dei suoi punti di forza. La seconda squadra degli All Blacks li ha battuti sul loro terreno, ovvero la mischia, ed è bastato dare un filo di acceleratore per metterli in difficoltà. «I georgiani che giocano in Francia - dice Quesada - sono tutti forti. Dovremo restare concentrati per tutta la partita». Obbligatorio per gli azzurri fare quel passo in avanti che è mancato contro i Pumas.
E la motivazione stavolta può aiutare: «Anche questa estate dopo la sconfitta contro Samoa eravamo sotto pressione - spiega Monty Ioane - poi sono arrivate le vittorie contro Tonga e Giappone. Magari a Marassi sarà la stessa storia».TV: oggi, ore 14.40, diretta su Cielo TV e Sky Sport
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