Dopo la grande paura, un sorriso incoraggiante. Il day after di Edoardo Bove ha fatto tirare un sospiro di sollievo a Firenze: «Grazie a tutti» ha detto Bove. Lo ha raccontato il direttore generale viola Ferrari: «Ci abbiamo parlato e ci ha ripetuto spesso, voglio giocare, voglio giocare, fatemi uscire. Il presidente Commisso è stato in contatto con lui tutta la notte. Noi lo abbiamo abbracciato e accarezzato».
La giornata era partita bene fin dal mattino, il centrocampista aveva dato segnali ottimi. La conferma dalla nota della Fiorentina: «Edoardo Bove, dopo aver passato una notte tranquilla, è stato risvegliato ed estubato. È sveglio, vigile ed orientato. Ha parlato con la famiglia, la dirigenza viola, il mister e i compagni che sono accorsi a trovarlo. Nei prossimi giorni verranno effettuati ulteriori accertamenti per stabilire le cause che hanno determinato la situazione critica». Aiuta a capire il racconto dei soccorritori: «Il giocatore non era cosciente e nel tragitto dallo stadio all'ospedale hanno defibrillato e fatto manovre rianimatorie: il problema era ampio - ha spiegato Giovanni Ghini, presidente della Fratellanza militare di Firenze -. Ha avuto un problema che noi definiamo tempo-dipendente». E sui soccorsi precisa: «È arrivato a Careggi tredici minuti dopo l'episodio. L'ambulanza non è entrata in campo perché c'era il rischio di impantanarsi», precisa Ghini. Poi il monito sul gesto di Cataldi di inserire le dita nella bocca di Bove «è fortemente sconsigliato».
Da Careggi i medici che hanno in cura il calciatore proseguono gli approfondimenti diagnostici. A far visita al giocatore viola anche il presidente della Figc Gravina: «Sta bene. Si informa già sulle partite, era già proiettato alla gara della Roma, e questo è già un segno positivo. Per rispetto della privacy non ho chiesto nulla ai medici, ma sono qui per mostrare la vicinanza di tutto il mondo del calcio e ho colto l'occasione per salutare la famiglia. Ringrazio anche la Fiorentina, la dirigenza, il tecnico Palladino e la squadra». Il Ministro dello sport Abodi non era a Firenze, ma ha comunque dedicato un pensiero: «Il valore supremo è la vita. Il primo pensiero lo dedichiamo a Edoardo».
Il periodo più brutto sembra alle spalle, Bove ha reagito come in campo, è un guerriero della mediana. Ma ora il tema è chiaro: potrà tornare a giocare? Riuscirà insomma ad avere ancora una idoneità sportiva? Bisognerà attendere gli approfondimenti medici. Fino a quando non sarà chiara la ragione del malore tutto sarà difficile da pronosticare. La tesi che sta prendendo corpo parla di un calo di potassio nel sangue che potrebbe aver generato un'aritmia. La prima diagnosi parlava infatti di aritmia per torsione di punta, una forma di tachicardia ventricolare che si sviluppa in soggetti affetti da un particolare disturbo dell'attività elettrica del cuore e con un cosiddetto intervallo QT lungo (è così chiamata per l'allungamento dell'intervallo tra due onde, Q e T, dell'elettrocardiogramma, cioè tra il momento in cui comincia la contrazione dei ventricoli e quello in cui si conclude la ricarica elettrica che avviene dopo ogni battito). E poi perché Bove avrebbe avuto questo improvviso deficit di potassio? Parrebbe esclusa l'ipotesi della crisi epilettica. Anche il colpo alla milza non c'entrerebbe. Nel frattempo la procura di Firenze è stata informata dagli organi competenti: «Al momento seguiamo l'evoluzione della vicenda per valutare», così il procuratore Spiezia.
Ieri i viola si sono ripresentati all'ospedale. «È stato Bove in video chat a chiedere al gruppo di giocare in Coppa Italia con l'Empoli (domani)», ha spiegato la società.
Era circolata l'indiscrezione di una richiesta di rinvio. La squadra, invece, ieri si è allenata e la voglia di giocare per Edoardo è tanta. Nel mirino, ora, il recupero di Fiorentina-Inter, sospesa al minuto 17 del primo tempo. C'è una finestra aperta a febbraio.
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