Pellegrino a tutto sprint Sulla neve ci vuole Fede

Secondo successo stagionale nella gara più breve a Dobbiaco Valdostano e coetaneo della Brignone, leader di coppa come lei

Pellegrino a tutto sprint Sulla neve ci vuole Fede

Chicco non si ferma e raddoppia, Chicco sogna e fa sognare, nei giorni delle gare di sci alpino in Italia vince, la sprint a tecnica libera di fondo a Dobbiaco e ruba spazio ai colleghi più ricchi e famosi. Ma si badi bene, lui non è il tipo geloso o peggio invidioso, a lui quel che preme, e non poco, è rubare spazio ai rivali in pista, a quei marcantoni delle sprint a cui ieri, per la seconda volta consecutiva, ha fatto vedere solo la schiena. Si correva su una pista dove in passato Federico Pellegrino mai era andato oltre i quarti di finale: pendio poco nervoso, lunga discesa prima dell'arrivo, salite non troppo dure. No, non era roba per lui, proprio per questo la vittoria numero due della stagione, la numero cinque in carriera (2° italiano di sempre dietro Piller Cottrer a 6) dà una soddisfazione ancora maggiore. Ma, ci si chiede, come fa quel piccoletto (173 cm x 70 chili) a stare davanti ai più potenti avversari che con una spinta braccia-gambe fanno il doppio della strada che fa lui? Semplice, li batte con l'intelligenza tattica, con la strategia di gara, studiata e di solito dichiarata già alla vigilia. Gli appassionati dello sci nordico ricorderanno Arianna Follis, la fondista piccola e minuta che nelle sprint a tecnica libera metteva in riga le norvegesi e le russe grandi e grosse il doppio di lei usando le stesse armi che oggi permettono a Pellegrino di dominare. Il fatto che entrambi siano valdostani non significa nulla, anche se è vero che, assieme alla compagna di squadra (e di vita) Greta Laurent, Federico vive e si allena a Gressoney, il paese di Arianna. Lui però è di Nus, più a nord, alle porte di Aosta, giovane atleta sicuramente dotato, ma non fenomenale nelle categorie giovanili. Chicco sciava, ma faceva tante altre cose, gli piacevano soprattutto il calcio e la musica, il vero amore però era il fondo e quando ha capito che per sfondare doveva cominciare a fare seriamente non si è tirato indietro.Che avesse doti speciali, soprattutto nella testa, si è capito presto. «Questo sa bene dove vuole arrivare», hanno sentenziato i tecnici della nazionale quando lo hanno accolto sedicenne nella squadra juniores. Il primo podio di coppa a 20 anni, la prima vittoria a 24, il 21 dicembre di un anno fa, quando Chicco ancora aveva nella testa la grande delusione dell'Olimpiade di Sochi, dove era partito fra i favoriti ma era scoppiato nella fase cruciale della semifinale, chiudendo stravolto all'11° posto. Una lezione che lo ha fatto crescere e lo ha motivato ad allenarsi ancora di più e meglio, ma soprattutto lo ha fatto ragionare sul fatto che nelle sprint, per stare davanti, servono sì la forza e la tenuta fisica, ma conta soprattutto la testa, la capacità di attaccare al momento giusto, senza sprecare energie inutili nelle fasi meno calde della gara.

Ed eccolo ora, fiero con il pettorale rosso di leader della classifica di coppa del mondo, eccolo scambiarsi messaggi di complimenti e di incoraggiamenti con l'amica, coetanea e conterranea Federica Brignone, che oggi a Courchevel, nel quarto gigante della stagione, cercherà di imitare Chicco difendendo il suo prezioso e amatissimo pettorale rosso.

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