Un punto. Dieci punti. Quarantaquattro millesimi. Zero virgola quattro millimetri. La sfida Ferrari-Mercedes si riassume anche in questo. Piccole cifre che raccontano di una grande battaglia. Con una novità: la Ferrari tanto italiana si comporta come un team tanto straniero. Di più: come ci hanno insegnato inglesi e soprattutto tedeschi. Cioè non arrendendosi mai, e cercando di rispondere colpo su colpo. Ieri, nella cattedrale automobilistica di Silverstone, tra le piste di decollo della Seconda guerra mondiale dove nacque la formula uno, è arrivata l'ennesima risposta. A casa Hamilton, in casa Mercedes visto che Brackley dista un niente dalle mitiche curve di Maggotts, Becketts, Chapel, il buon Vettel e il vecchio Raikkonen si sono incollati a Lewis Hamilton in pole, distanti neppure mezzo decimo Sebastiano e neppure un decimo Kimi.
Un punto di vantaggio nella classifica piloti a favore di Vettel dopo che solo sette giorni fa erano quattordici quelli da recuperare, dieci punti in quella costruttori a vantaggio della Rossa dopo che erano stati 23 di meno, quarantaquattro millesimi il distacco patito dal tedesco nei confronti dell'inglese alla quarta pole di fila a Silverstone, la sesta consecutiva della Mercedes da queste parti, la numero 76 nella carriera di Lewis a testimonianza del gradimento di uomo e macchina per questo tracciato. Quarantaquattro millesimi cioè meno di un respiro, meno di niente e che però dicono tutto sullo stato di forma della Ferrari. Tanto più che Silverstone rappresenta la terza tappa del trittico della sofferenza polimerica per la squadra italiana. In Inghilterra, come in Francia e in Spagna, la Pirelli ha infatti per motivi di sicurezza portato le gomme con battistrada ribassato di 0,4 millimetri. A Barcellona per la Rossa era stato un calvario e per la Mercedes una manna, in Francia meno, e qui sembra che il problema non esista più. Botta e risposta anche in questo, lavoro e altro lavoro per recuperare sugli avversari, questione di fondi e altre diavolerie aerodinamiche portati Oltre Manica.
Segnale importante perché arriva in casa altrui e per di più con un pilota, Sebastiano, che solo ieri mattina rischiava di dover saltare le qualifiche. «In effetti non ne ero proprio sicuro, colpa di un forte dolore al collo...». E meno male che il suo fisioterapista, Anti Kontas, è riuscito nella magia di rimetterlo in sesto. Ma in sesto non significa in forma smagliante, per cui la sensazione forte è che quei 44 millesimi che lo hanno privato della pole siano frutto soprattutto della non perfetta forma fisica, «ho perso qualcosa in rettilineo, diciamo che Lewis ha fatto meglio...» dirà. Vero.
Come vero che Hamilton ci ha messo tanto di sé nel crono, dando l'impressione che il reale potenziale della Mercedes sia quello espresso da Bottas, quarto a oltre tre decimi dal compagno. Per cui è lecito sperare che ieri l'inglese abbia inferto la sua botta e che oggi, complice l'ottimo passo gara mostrato dalla Ferrari venerdì, arrivi la risposta. Torcicollo permettendo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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