Atletico? Non poi così tanto. La macchina da guerra di Diego Pablo Simeone si è inceppata. Con quella di martedì sera col Real, sono tre sconfitte di fila, zero gol all'attivo, sette incassati. Numeri che danno coraggio al Milan di Seedorf. Che avrà pure i suoi problemi, ma almeno ora sa di non avere a che fare con dei marziani nel doppio confronto di Champions (andata mercoledì a San Siro). E le buone notizie per i rossoneri non finiscono qui. Ieri da Amsterdam è arrivato l'ok del professor Niek van Dijk su Stephan El Shaarawy. Il Faraone potrà togliere il tutore e cominciare il suo percorso di riabilitazione. «In campo? Conto di esserci tra circa un mese», ha detto El Shaarawy. Che ha ringraziato anche l'amico Balotelli. «Mi è stato vicino in questo periodo duro. Le sue lacrime a Napoli? Ha vissuto una settimana particolare, è normale». Il recupero del Faraone, nel 4-2-3-1 di Seedorf, può dare un po' di gas al Milan in uno dei momenti di massima depressione degli ultimi anni. «Il modulo del nuovo tecnico potrebbe avvantaggiarmi. A me piace partire largo a sinistra
».
Fin qui il futuro, perché El Shaarawy si rivedrà solo a marzo inoltrato. Il presente si chiama invece Bologna in anticipo, prima di tuffarsi sull'Atletico. Anche Adriano Galliani, ieri presente all'allenamento, ha fatto riferimento alla Champions. «La musichetta è la solita, magica», la battuta dell'a.d. sempre attento a evidenziare la sintonia rossonera con l'Europa che conta.
L'Atletico Madrid è però avversario ostico, aldilà degli ultimi svarioni. Sino a dieci giorni fa era in testa da solo nella Liga. I due derby di coppa col Real e il tonfo in casa della matricola Almeria avranno deturpato il bel quadretto del Cholo? A Milanello ci sperano. Le sensazioni sono cambiate rispetto a dicembre, quando dall'urna di Nyon i rossoneri pescarono i colchoneros. Basti pensare alla parabola di Diego Costa, stella degli spagnoli. Il brasiliano a Natale aveva realizzato 23 gol in 23 gare stagionali. Un mostro. Poi nel 2014 l'improvvisa frenata: undici partite, appena due reti. Un po' della mini-crisi dell'Atletico si spiega con il suo calo. Lo strapotere fisico di Diego Costa è fondamentale nel gioco di Simeone, fatto di poco possesso e tante verticalizzazioni. Delle 16 squadre ancora in corsa in Champions, l'Atletico è l'unica, con il Leverkusen, ad avere un possesso palla medio sotto al 50% nel proprio campionato. Un'anomalia, soprattutto in Spagna.
C'è poi il capitolo infortuni. Simeone ha perso in serie il terzino Filipe Luis (difficile il suo recupero per il ritorno a Madrid), il centravanti David Villa (in dubbio per l'andata a San Siro) e il centrocampista ex Juve Tiago (operato, niente doppio confronto col Milan).
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