È polemica su Genoa-Siena Ecco i primi provvedimenti

Il Marassi tenuto in scacco da un gruppo di ultras. Match sospeso 40 minuti. Identificate dieci persone. FOTO - VIDEO: Gli ultras - Sfogo del presidente

È polemica su Genoa-Siena Ecco i primi provvedimenti

Lancio di lacrimogeni, proteste, la gara ferma per trenta, quaranta minuti, con la squadra di casa che già perdeva per 4-0. E il giorno dopo le condanne, con il secondo esonero della stagione per il Genoa, che dopo aver sostituito l'allenatore Pasquale Marino venti giorni fa, ora lascia a piedi anche Malesani, sostituendolo con Luigi De Canio, che già oggi ha diretto gli allenamenti. E le critiche su una "resa" del campo ai facinorosi sugli spalti.

Una sessantina di ultras sono bastati a tenere sotto scacco il campo rossoblu per mezz'ora, durante Genoa-Siena, costringendo i calciatori a levarsi le maglie. Tutti tranne Sculli, che ha preferito parlare ai tifosi, guadagnandosi il plauso del presidente della Figc, Giancarlo Abete.

La mossa dei giocatori, l'accondiscendere alle richieste dei violenti non è piaciuta per nulla a Massimo Mazza, questore di Genova, che aveva chiesto - era sugli spalti - di non cedere alla richiesta degli ultras. E ora risponde ad Abete, che lo accusava di avere dato l'ordine. Lo stesso Mazza ricorda però che "la polizia era in campo in numero adeguato", che si è riusciti a evitare un'invasione e che ora si lavorerà "sulle identificazioni", per vedere "le singole responsabilità". "Episodi del genere sarebbero controllabili meglio in stadi più moderni", sottolinea ancora il questore, sottolineando come da anni il Marassi, lo stadio del Genoa, sia agibile soltanto in deroga.

E ora, dopo l'esonero di Malesani, il presidente della Federcalcio pensa alla squalifica del campo e parla di "una violenza inaccettabile. Le norme e le immagini ci sono, ora mi auguro che non entrino mai più in uno stadio. Quello che si è visto testimonia che ci sono soggetti che pensano che lo stadio sia una arena, e tutto ciò non è accettabile".

"Alcune centinaia di facinorosi, assimilabili alla delinquenza organizzata, si arrogano il diritto di rappresentare le tifoserie, lo sport, la trasparenza. Sicuramente sono riconoscibili Sono queste le persone da colpire, non devono più venire allo stadio. Non è un fatto che riguarda solo Genova, è una situazione nazionale". A dirlo è Enrico Preziosi, presidente del Genoa, che critica la mancanza di cultura sportiva di pochi esagitati in mezzo a migliaia di tifosi, ma comunque sottolinea come "si è usato il buon senso perché non accadesse qualcosa di peggio". 

Le indagini continuano e la questura ha già identificato dieci persone responsabili dei fatti di ieri. Per tre di loro sono stati firmati tre daspo (divieto di accedere alle manifestazioni sportive), ma altri dieci dovrebbero essere disposti entro sera. I provvedimenti avranno una durata di cinque anni.

Petrucci, presidente del Coni, sottolinea come con i fatti del Marassi si sia raggiunto il "punto di non ritorno".

E Fabrizio Fileni, capo-ultras che ha parlato con Sculli durante la sospensione della partita, dice la sua sui fatti e specifica: "Noi non abbiamo obbligato i giocatori a togliersi la maglia. Glielo abbiamo chiesto. Perché la stavano disonorando".

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