Juve viola di rabbia per uno striscione

Possibile sanzione per una frase offensiva

Juve viola di rabbia per uno striscione
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Non solo la panchina traballante di Thiago Motta e la dolorosa sconfitta di Firenze. A rendere la sosta del campionato un vero supplizio per la Juve contribuisce anche la storiaccia della coreografia offensiva («Juve m») realizzata dalla curva Fiesole nel frattempo trasferitasi in curva Ferrovia per via dei lavori di ristrutturazione dello stadio.

Rilanciata dai social, la foto in questione è diventata oggetto di feroci polemiche anche nei confronti di alcuni politici toscani, di fede viola, che l'hanno postata sui propri account con battute di discutibile spirito goliardico.

La Juve dal suo canto, attraverso i propri esponenti di spicco (tra questi il consigliere federale Francesco Calvo), ha segnalato alla presidenza federale, la gravità dell'episodio ponendo alcuni quesiti e tra questi chiedendo espressamente come mai siano saltati i rituali controlli allo stadio visto che ogni coreografia della tifoseria organizzata dev'essere autorizzata dal club padrone di casa.

A dare una prima risposta concreta al quesito può di sicuro provvedere il bollettino del giudice sportivo dott. Gerardo Mastrandrea, chiamato a sanzionare dopo aver consultato il referto arbitrale. Qualora la coreografia offensiva fosse sfuggita ai quattro componenti della squadra arbitrale, può arrivare in soccorso la relazione dell'inviato della procura federale.

Di sicuro l'episodio non passerà inosservato. Anzi, le sanzioni inevitabili, possono diventare un prezioso deterrente per evitare il ripetersi di tale iniziativa.

Nella tradizione del tifo viola la caduta di stile è clamorosa specie se dovesse riaffiorare alla memoria uno striscione che ha scritto la storia della verve toscana, tipo quello esposto allo stadio di Como alcuni anni fa e che recitava così: «Voi comaschi, noi con le femmine». Allora riscosse molti applausi.

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