di Maria Rosa QuarioC on negli occhi ancora le immagini dei cieli blu di St.Moritz, delle sue piste fantastiche per i turisti, un po' meno per gli atleti azzurri che preferirebbero pendii più ripidi e ghiacciati, mandiamo in archivio questa stagione e diamo un po' di voti ai protagonisti dell'inverno. Cominciamo ovviamente dal re Marcel Hirscher (voto 10), fenomeno con gli sci ai piedi, bravo a vincere ma anche a perdere, spiritoso davanti ai microfoni che negli ultimi cinque mesi lo hanno inseguito peggio del drone a Madonna di Campiglio. Risposta indimenticabile alle millesima domanda sulla sua quinta vittoria consecutiva nella classifica generale: «Una cosa è sicura: per almeno cinque anni nessuno batterà questo record!». Fra le donne, la regina è stata Lara Gut, anche lei fenomeno in pista (voto 9, non sempre ha sciato benissimo), un po' meno fuori (voto 5): forse per paura di dire tutto quel che pensa, non dice mai nulla, almeno a chi non le va a genio. È l'incubo dei giornalisti svizzeri, il sogno dei social, sui quali ha scritto che Lindsey Vonn dopo la caduta di Soldeu aveva fatto del teatro. Le due non si parlano e l'americana alle finali è arrivata solo per ritirare la coppa vinta in discesa. Per il 2° posto nella classifica generale e il 3° in superG Lindsey ha lasciato il gradino del podio vuoto: non voleva posare vicina alla Gut!Dominik Paris (10 per la sportività) ha posato invece vicino a Peter Fill (10 per la freddezza), che ha portato in Italia la prima coppa del mondo di discesa per gli uomini. Una beffa la caduta in prova di Domme (voto 5, non si può sciare a 130 all'ora e distrarsi!) che non gli ha impedito di finire sesto nella classifica generale. La migliore azzurra è stata invece Federica Brignone, voto 8 come la sua posizione finale in coppa. È l'unica, uomini compresi, ad aver fatto punti in discesa, slalom, combinata, superG e gigante. Tutti promossi dunque, o quasi... perché il calendario troppo intenso (voto 4) è da bocciare: vero che in quest'anno bisestile non c'erano Olimpiade o Mondiale, ma 83 gare in meno di cinque mesi sono davvero troppe, da fare, da seguire, da gestire.
E che dire degli infortuni che hanno pesantemente condizionato le classifiche? Dalla Fenninger alla Shiffrin (10 in slalom, 5 in gigante), da Svindal a Paris, dalla Vonn alla Merighetti (10 per il coraggio, 2 per la scelta di dare tutto anche nell'ultima gara) sono stati davvero troppi gli atleti finiti in infermeria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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