Tra Milan e Guida (l'arbitro napoletano scortato da una sciagurata compagnia), scegliere non si può. Uno peggio dell'altro, il giudizio complessivo da cui bisogna partire prima di rendere conto dell'ennesimo, avvilente, umiliante flop del Milan di Pippo Inzaghi che ieri se l'è presa anche con il caldo (pessima imitazione di Mazzarri che chiamò in causa la pioggia). Il Sassuolo, in superiorità numerica durante l'ultima mezz'ora, dopo aver sofferto il ritorno del rivale, ha raggiunto il successo (terzo della serie in due anni al cospetto dei rossoneri) e festeggiato con una tripletta del suo vero asso (Domenico Berardi, classe '94, altro che Zaza, e Conte si decida a chiamarlo anche se non è funzionale col suo sistema di gioco) la salvezza conquistata per il secondo anno consecutivo. Vale quasi uno scudetto da quelle parti.
Il Milan è stato tradito in sequenza: 1) da una scelta discutibilissima di Inzaghi (Bonera terzino a sinistra che ha visto i sorci verdi con Berardi); 2) da una mezza papera di Diego Lopez sul primo gol non gol (palla non entrata del tutto) del Sassuolo; 3) da un nervosismo eccessivo del gruppo, tra proteste plateali (Bonaventura, El Shaarawy) e interventi kamikaze (Suso sulla sirena), testimoniato da un dato allarmante, 12 espulsioni in campionato sono un record da dimenticare. Il Milan è stato il solito, incapace di fare gioco per mezz'ora: Di Francesco, conoscendo il tallone d'Achille dei rossoneri, gli ha lasciato il dominio del campo per poi infilarlo in contropiede. Ha ripreso colorito grazie a una serpentina di uno dei pochi degni della ciurma, Bonaventura (l'altro è stato Honda, spina nel fianco di Peluso) e ha poi concluso la rimonta in avvio di ripresa, con Alex su angolo, mostrando un incoraggiante risveglio, grazie anche all'ingresso di Suso (Abate ko) e al cambio di sistema di gioco dopo l'intervallo.
Il secondo giallo di Bonaventura (fallo di mano involontario, braccio che protegge il volto) ha rotto l'equilibrio e rimesso il Sassuolo sulla pista di lancio. Gli sfondoni dell'arbitro e dei suoi assistenti sono stati tanti, troppi, per finire derubricati a dettagli insignificanti. Innanzitutto il primo gol non gol, assegnato dall'addizionale Damato che a Udine diede per buono un altro non gol di Astori. Il fischietto barlettano, sistemato a due passi dall'accaduto, ha convinto Guida a sbagliare. Poi il secondo gol in sospetto fuorigioco, quindi l'espulsione di Bonaventura, infine un rigore non visto (fallo di De Jong su Berardi) per il Sassuolo. Come si capisce un arbitro fuori forma e peggio consigliato! Ma ridurre tutto, come ha fatto ieri Inzaghi, al caldo, all'arbitro e ai suoi maldestri provvedimenti, è un altro degli errori commessi dal giovin allenatore rossonero. Perché qui le cifre e poi la qualità del gioco espressa nella prima parte (in parità numerica quindi), sono un deficit talmente vistoso da inchiodare tutti alle rispettive responsabilità. Nel 2015 che è l'anno orribile dell'era berlusconiana, su 20 partite disputate il bilancio è il seguente: 9 perse, 6 pareggiate, e 5 vinte. E fuori da San Siro il curriculum è da bocciatura clamorosa: terza batosta di seguito (dopo Udine e Napoli), settima in totale nella stagione.
Adesso, con la classifica ridotta a mal partito, al Milan toccherà anche la punizione del preliminare di coppa Italia che vuol dire anche un danno per le casse della società, bisognerà infatti cancellare dal calendario della prossima estate qualche preziosa e suggestiva amichevole in giro per il mondo.
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