È un periodo difficile, di grande lavoro e sottomissione profonda, di allenamenti e lontananze, ma anche di attese. La commissione delle licenze che si dovrà esprimere venerdì prossimo sulla questione Astana - la sua squadra - che è nell'occhio del ciclone da mesi e sulla quale il governo mondiale della bicicletta (Uci) ha puntato l'indice da tempo. Vincenzo Nibali si sente in purgatorio, anche se è da giorni che sta pedalando all'inferno.
Quindici giorni di lavoro duro e fiaccante al Teide, un vulcano attivo il cui nome significa "inferno". L'altro ieri un salto in Francia, a provare la tappa del pavé: altro viaggio sulle strade dell'«inferno del nord». Oggi torna alle corse, la prima dopo la Sanremo, in quell'Amstel Gold Race che è corsa che toglie il respiro. «E per certi versi anche questa è una gara "infernale" - ci spiega Nibali -. Non ha la storia e la carica emotiva di una Roubaix o di una Liegi, ma è una grandissima corsa: dura e selettiva. Torno alle corse per prepararmi alla Liegi, una corsa che mi piace da pazzi e che ho sfiorato già nel 2012 (2°, ndr) e mi piacerebbe un giorno poterla finalmente vincere».
Chi sarà da tenere d'occhio? Il siciliano ha le idee chiare: «Rodriguez sta bene, così
come Valverde, Daniel Martin, l'iridato Kwiatkowski e il solito Philippe Gilbert, che per l'Amstel metto in pole-position».IN TV Appuntamento su Raisport ed Eurosport alle ore 14, dalle 15 poi su RaiTre.
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