Un autobus ufficiale dei Giochi Olimpici di Rio 2016 che transitava tra l’ Arena da Juventude a Deodoro il Villaggio Olimpico a Barra è stato colpito da diversi proiettili di piccolo calibro mentre passava attraverso il quartiere Curicica, zona ovest di Rio de Janeiro. Due giornalisti sono stati feriti da schegge di vetro dei finestrini dell’automezzo.
L’attacco, avvenuto alle 19:45 di martedì, si è verificato, mentre 12 giornalisti e operatori, quattro brasiliani e otto stranieri, stavano tornando al MPC, il media center allestito nella città olimpica, dopo la fine delle partite di basket femminile. Durante l’attacco i giornalisti si sono gettati a terra, mentre l’autobus veniva crivellato di colpi
Un giornalista turco si è ferito gomito a causa delle schegge. Una giornalista americana, probabilmente la più anziana del gruppo, ha avuto una crisi di panico e ha pianto a diritto durante l’attacco, alzandosi da terra solo quando il bus è stato raggiunto da una vettura della polizia militare, fermandosi sulla strada.
La polizia brasiliana, dal canto suo, non ha neanche ispezionato il mezzo, sostenendo che il veicolo fosse stato colpito da sassi. La tesi è altamente improbabile, dal momento che l’autobus transitava lontano dalle case, ad alta velocità, e i fori sui vetri erano di un diametro molto piccolo. Inoltre, gli scoppi uditi nitidamente dai passeggeri sono stati in rapida sequenza, tutti allo stesso momento e alla stessa altezza, prima contro la finestra anteriore e in seguito contro quella centrale. Inoltre, un alto proiettile di calibro maggiore avrebbe attraversato il bus da parte a parte.
La polizia si è rapidamente allontanata dal’autobus, ordinando all’autista di proseguire il percorso verso la MPC. Lungo la strada, le finestre colpite hanno iniziato a frantumarsi, sparpagliando schegge in tutto il veicolo e ponendo in serio rischio i giornalisti.
Il bus è rimasto almeno 10 minuti fermo di fianco alla stazione Outeiro del BRT (veicolo leggero di superficie), ma nessuno ha offerto assistenza. Un veicolo dell’esercito con almeno sette uomini a bordo ha visto tutta la scena da una distanza di non più di 50 metri, ma nessuno dei militari ha offerto aiuto o si è disposto a garantire la sicurezza dei giornalisti, alcuni dei quali erano ancora in preda al panico, piangendo.
Il bus seguente, partito dopo circa
30 minuti, ha percorso lo stesso tragitto scortato da quattro vetture dell'esercito fino all’arrivo al MPC. La Segreteria di Sicurezza Pubblica dello stato di Rio de Janeiro ha fatto sapere che non commenterà l’accaduto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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