Nella via crucis di una stagione maledetta la Virtus Segafredo si beve il caffè della pace prendendo per il collo l'Armani che voleva regalarle carbone e invece le ha dato l'elisir per tornare a sorridere proprio nella sua casa.
L'esordiente Jakovljevic, pilotato a bordo campo da Dusko Ivanovic, il medico chiamato dopo le dimissioni di Banchi, rompe la serie nera virtussina contro Messina e Milano che aveva vinto le ultime 4 sfide. Nel momento della crisi profonda, dei veleni la Virtus ritrova l'anima e con Shengelia strappa il cuoricino che Milano sperava di aver ritrovato anche dopo il doppio successo in Eurolega. Il georgiano scopre tutte le debolezze Armani, segna 19 punti, arma letale nel momento in cui Messina, all'inizio del terzo quarto iniziato sul meno 11, sognava la grande rimonta dopo un 6-0 che faceva dimenticare il disastro a rimbalzo dei primi 20'. Un canestro da tre di Toko, la serata migliore di Zizic da quando è in Italia, punti, ma soprattutto, rimbalzi, per un controparziale di 8-0 lasciando all'adorabile nemica tutti i pensieri negativi per un 72-83 finale che diventerà macigno nella corsa verso lo scudetto perché questa Armani difficilmente ribalterà una classifica che al momento la vede lontana dal vertice dove resta l'imbattuta Trento che ieri, in una partita a porte spalancate, è andata a vincere sul campo di Scafati, distante anche dalla stessa Virtus che ha quattro punti in più.
L'Armani che sembrava aver ritrovato le ali, in una notte buia per i suoi tiratori, 12 su 32 da 3, riscopre le debolezze a rimbalzo e, soprattutto, la mancanza di un pilota capace di tenere la rotta quando le cose vanno male come ieri.
Disastro collettivo, male i pseudo registi cominciando da Mannion, male Mirotic anche se ha segnato 21 punti, malissimo Le Day e soprattutto Shields (3 su 9 al tiro), male la classifica ora che anche Reggio Emilia, vincitrice sulla Napoli ancora a 0 punti, la precede tenendola in zona rossa anche per le finali di coppa Italia.
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