Si vola ad Ankara. Le Ragazze Terribili di coach Davide Mazzanti ce l'hanno fatta, hanno battuto in rimonta (prima volta nel torneo) la Russia per 3-1 (25-27, 25-21, 27-25) staccando il pass per la semifinale europea dopo otto anni. Lì dove ad attenderle, ora, ci sarà quella Serbia avversario più che duro non solo per l'Italia, ma per chiunque. Quella stessa Serbia che ha vinto i Mondiali battendo proprio le azzurre in finale e che arriva a questa manifestazione con i galloni di campione d'Europa in carica, risultando dunque la netta e logica favorita per il titolo. E sabato la sfida si ripeterà, per tornare in una finale europea a distanza di 10 anni.
Una partita straordinaria per intensità delle azzurre, che finalmente hanno messo in campo tutto il loro repertorio e raggiunto quello che, a detta di tutti, era il risultato minimo alla vigilia. È servito un avversario duro come la Russia per risvegliare Egonu e compagne, dopo la scialba prova negli ottavi contro la Slovacchia. Come dire, l'adrenalina necessaria per mostrare a tutti che non si è vice campionesse del mondo per caso.
Non è stata una bella partita, con tanti errori da una parte e dall'altra. Le azzurre si sono rivelate nel complesso superiori, soprattutto a muro. È chiaro che la prestazione odierna non potrebbe bastare contro la Serbia, grande favorita per l'oro. Paola Egonu, nonostante tanti passaggi a vuoto, ha realizzato ben 28 punti (42 per cento in attacco), 19 per la Sylla, 13 la Sorokaite. Alla Russia non sono bastati i 22 della Goncharova.
E ora la Serbia, dunque, in quella che era la gara più attesa di tutto l'Europeo. Le azzurre ci arrivano avendo cancellato il tabù di quei maledetti quarti di finale, quando due anni fa l'Olanda eliminò le azzurre dalla corsa al titolo. Ma l'Italia di oggi è squadra diversa, giovane ma allo stesso tempo matura. Sa di avere le armi giuste per poter portare a casa il titolo e, forse, doversi fronteggiare proprio contro la Serbia potrà essere lo sprone giusto per mettere in campo la grinta, la determinazione e la cattiveria giusta.
Due giorni per ricaricare le pile e dimenticare subito la Russia: perché
perdere sabato renderebbe vano quanto di buono fatto ieri a Lodz. Anche se, in fin dei conti, tutti sanno che questo gruppo di giovani ragazze, squadra tanto multietnica quanto imprevedibile, può davvero arrivare in alto.
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