L'Italia sfrattata

S. Siro ancora amaro. Troppi gol subiti da palla inattiva. Ma con lo zoccolo duro la strada per il Mondiale è giusta

L'Italia sfrattata
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Ora che l'età media si è abbassata, l'Italia deve alzare il numero di chili e centimetri dei propri protagonisti. Compito non facile per Luciano Spalletti che ha ammesso come «la scelta di marcare a zona sta nel fatto che non siamo tanto strutturati». Il presupposto di partenza è che a fine giugno, dopo il disastro europeo e la prospettiva di un girone di Nations League con Belgio e Francia, chiunque avrebbe firmato per un passaggio ai quarti pure da seconda. Se poi guardiamo al percorso svolto nei 73 giorni del torneo, abbiamo persino dei rimpianti per il rovescio di Milano.

A San Siro la Francia ha messo nel sacco la nostra piccola (di statura e di peso, in primis) Italia, evidenziando dei punti deboli su cui lavorare nel percorso di crescita intrapreso in maniera brillante. Il più importante è quello delle palle inattive, aspetto fondamentale in un calcio che, oltre a essere sempre più fisico, è più veloce e imprevedibile. I tre gol dei Bleus sono arrivati da palloni fermi: due corner e un calcio di punizione. Certo, non troveremo sempre marcantoni da 1 metro e 90 contro.

Ma era andata così pure nelle due precedenti sfide in cui la Nazionale aveva incassato gol: a Udine era arrivata direttamente da corner la rete per fortuna ininfluente (l'Italia ha vinto 4-1) di Israele, a Roma dopo 40 minuti di dominio assoluto e un vantaggio di due gol, il recupero del Belgio a segno prima sugli sviluppi di una punizione dal limite e poi su un'azione nata sempre da un calcio d'angolo. E tornando più indietro nel tempo, a Budapest da una punizione era nato il batti e ribatti risolto in maniera vincente e per fortuna indolore per noi dall'israeliano Abu Fani.

Situazioni non lette in anticipo dai marcatori azzurri, problema dunque noto a Coverciano sul quale Spalletti non riesce per ora a porre rimedio. Ma quest'Italia dei tanti volti nuovi passati dall'Europeo da incubo alla Nations League da protagonista ci regala ancora fiducia nel percorso verso il Mondiale. Che inizierà a marzo 2025 contro una tra Portogallo, Germania o Spagna (sorteggio venerdì 22), potrebbe proseguire a giugno con le gare per giocarci il trofeo e si concluderà speriamo con un lieto fine tra settembre e novembre nelle gare del girone che conosceremo il 13 dicembre. A una coda successiva, leggi playoff - da testa di serie nell'urna - non vogliamo nemmeno pensare.

Il ct parte da uno zoccolo duro: i portieri Donnarumma e Vicario, esterni forti (Cambiaso e Dimarco), mezzali di qualità (Barella, Tonali e Frattesi), difensori capaci di giocare in ogni zona del campo (Bastoni e Calafiori), solidi (Buongiorno) ed esperti (Di Lorenzo), il regista Ricci, i centravanti Retegui e Kean.

Il serbatoio azzurro passa da almeno altri 25 nomi: tra questi il sorprendente Rovella e il Maldini in attesa di esplosione, Scalvini e Scamacca fermi da tempo ai box, i veterani Zaniolo e Pellegrini e i giovani Pisilli, Comuzzo e Savona. In attesa che i club possano fornire ciò che manca.

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