Da Sagan a Cavendish, così i big al borsino della Sanremo

I migliori del mondo domenica al via della classica che apre la grande stagione. Pronostici e valutazioni sui nomi più gettonati (sapendo che in questo festival vincono spesso i Jalisse)

Da Sagan a Cavendish, così i big al borsino della Sanremo

È come la Prima della Scala: anche se si corre già da due mesi, soltanto la Milano-Sanremo apre davvero la grande stagione del ciclismo mondiale.

È la gara più lunga del mondo (294 chilometri, quasi otto ore in sella). E' la gara più imprevedibile e bizzarra, perchè magari annoia fino ai piedi del Poggio, salvo poi regalare un quarto d'ora di autentico thrilling a cuore in gola, dal Poggio al Lungomare di Sanremo, aprendosi alla soluzione più eccentrica, magari l'assolo di un coraggioso finisseur (l'ultimo, Cancellara), magari il colpo dell'outsider che s'infila nel gioco delle marcature tra i big (l'anno scorso, Ciolek).

A poche ore dal via - domenica mattina, ore 9,50 in piazza Sempione - sono in molti a cullare il sogno di una vittoria memorabile. Al borsino della Sanremo, sono messi più o meno così.

Sagan: è il talento più limpido dell'attuale ciclismo, ha già vinto tantissimo ma gli manca ancora la vittoria monumentale. A soli 24 anni, ha già sfiorato il trionfo in Riviera, mancandolo più che altro per errori di gioventù. Stavolta si presenta molto in forma e molto deciso a non sbagliare più. E' il favorito numero uno.

Cavendish: ha già vinto la Sanremo, ha capito cosa significhi e ha una gran voglia di rivincerla. Il suo problema è quello di sempre: tenere sul Poggio, quando si scatenano gli attacchi di chi vuole evitare lo sprint. In quei pochi attimi, si gioca tutto: se alla fine lo sprint si fa, diventa feroce. E' il favorito numero due.

Greipel: non ha mai vinto la Sanremo, ma per il resto gli si possono applicare le cose dette per Cavendish. Se tiene sul Poggio, in volata volano gli stracci. E' il favorito numero tre.

Degenkolb: l'ex poliziotto tedesco è velocista di stazza come Cavendish e come Greipel, ma sembra avere qualcosa in più sul Poggio. E' maturo per la grande prova. Tutto sta a reggere i 294 chilometri senza concedersi distrazioni. E' il favorito numero quattro.

Gilbert: sembra tornato a livelli molto alti. Il suo programma è già noto: evitare a tutti i costi lo sprint di gruppo. Provare la sparata sul Poggio, provare l'allungo mentre gli sprinter si marcano nell'ultimo chilometro. Non è cosa da niente, ma il belga è uno dei due che possono farcela. E' il favorito numero cinque.

Cancellara: è l'altro che può farcela (ad andarsene da solo, sbaraccando i piani dei velocisti). Rispetto a Gilbert, sembra un po' meno esplosivo. Ma la classe rimane tanta. E' il favorito numero sei.

Pozzato, Modolo, Ponzi, Ulissi: sono le nostre frecce tricolori, purtroppo sono quel che passa il convento nella specialità delle corse in linea. Ci sarà pure Nibali, che però è uomo da grandi Giri e vuole correre soltanto perchè gli piace misurarsi sempre e comunque.

Per un motivo o per l'altro, l'Italia non è nemmeno la favorita numero cento.

Così al borsino, così alla vigilia, così alla fiera dei grandi favoriti. Sapendo che è solo un gioco di teorie: al festival della Sanremo, vincono spesso i Jalisse.

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