Il salto in A del "piccolo derby": "Ma stiamo calmi..."

Tra le due lombarde sfide solo tra i cadetti. Ma la massima serie è tutta un'altra storia

Il salto in A del "piccolo derby": "Ma stiamo calmi..."
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Serviva arrivare a 99 sfide per giocare, per la prima volta, un derby in Serie A. Mai Como e Monza si erano affrontate sul massimo palcoscenico e lo fanno dopo 38 vittorie comasche, 29 monzesi, 31 pareggi e anni tra cadetteria e terza serie fatti di tanta ruggine. Gli appelli all'ordine pubblico degli ultimi giorni raccontano bene quanto valgano i tre punti in palio, anche in relazione al terzultimo e penultimo posto attuale. Posizioni che stridono con le ambizioni delle rispettive proprietà: gli Hartono, per distacco i più ricchi del calcio italiano, e Fininvest, capace di vincere tutto con il Milan. Quarti di nobiltà garantiti anche dai due campioni del mondo in panchina, Fabregas e Nesta: 10 mesi e 10 giorni fa l'unico precedente in B, il 2-2 tra Reggiana e Como, quando formalmente c'era Roberts a dirigere i lariani.

Che Como-Monza sia sfida particolare lo raccontano la storia e una foto in bianconero di Gigi Radice a braccia larghe, con il «giaguaro» Castellini dietro di un passo, mentre impreca all'orologio che non ne vuol saperne di correre veloce, nell'ultimo minuto di recupero. È lo spareggio di C del 4 giugno 1967 e l'allenatore del Monza sta per vincere con gol di Maggioni sul neutro del «Brumana» di Bergamo davanti 500 monzesi e tifosi comaschi arrivati su 50 pullman, che reclamano un «mani» in area non dato. Gli anni sono quelli di cui ancora oggi l'ad monzese Galliani racconta di rivalità accese e aspre, con comitati d'accoglienza tra tifoserie che ai confetti preferiscono i sassi.

Altro momento topico nel 1980 al brianzolo «Sada», dove la rimonta ospite si completa con il rigore fischiato da Agnolin per contatto tra il comasco Nicoletti e il monzese Giusto. Azione viziata dal tocco di mano del poi reo confesso Nicoletti. Nel dopo gara, volano pugni (Stanzione e Vecchi) e ancora sassi, con Agnolin poi scortato via dalla polizia.

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