A Sanremo Philipsen le canta a tutti

Il belga davanti a Matthews e Pogacar, primo italiano Bettiol 5°. Ganna tradito da un guasto

A Sanremo Philipsen le canta a tutti
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Alla fine la decide lui, Mathieu Van der Poel, il campione del mondo, l'ultimo vincitore della Sanremo, che ieri pomeriggio non appena ha sentito di non avere il colpo di pedale ideale per mettere tutti nel sacco, ha riposto in valigia le proprie ambizioni e si è messo a completa disposizione di Jesper Philpsen.

La decide ancora lui, MVDP, con le sue trenate, e come un Claudio Gentile Mundial chiude ogni varco.

La volata poi è affare suo, di Jasper Philipsen, 26enne belga della Alpencin, che regala così per il secondo anno consecutivo la classica di primavera al proprio team.

A tutta fin dal mattino, con il vento in poppa. Corsa da media record (46,112 km/h), che ha sbriciolato quella di Bugno che resisteva da 34 anni (45, 806 km/h). A tutta sulla Cipressa, a tutta sul Poggio, anche se con il vento a favore le differenze sono minime, come del resto lo spettacolo e l'emozione.

Ed è lì, sul Poggio, che Philipsen resiste prima di andarsi a giocare la classica più adatta bruciando in volata l'eterno piazzato Matthews e il grande favorito della vigilia Pogacar, che anche stavolta le tenta tutte per vincere.

Se a Pogacar manca una vera spalla, Philipsen si trova Van der Poel, che va a riprendere tutti: Mohoric, il nostro sorprendente Matteo Sobrero e Tom Pidcock nei due chilometri finali. Vince Philipsen, quello che fino ad un anno fa, prima delle sue quattro vittorie di tappa al Tour, era ribattezzato «Disaster» per la capacità di perdere corse che sembravano già vinte, ma in seguito a questi successi elevato a «Master».

«Sono felice e orgoglioso del lavoro fatto da Van der Poel spiega il belga, vincitore della sua prima classica Monumento, e secondo un anno fa alla Roubaix -. Mi sentivo bene, ma per vincere doveva andare tutto alla perfezione, anche se non ero abituato a sprintare dopo quasi 300 chilometri».

Vince Jasper, il «Master» del gruppo, il più veloce e scaltro, forse non il più bravo, perché quello forse è stato ancora una volta Tadej Pogacar, forse poco supportato, e troppo indietro nella volata finale. «Oggi non tutto è stato perfetto», ammette lo sloveno.

E gli italiani?

Bettiol arriva a giocarsi il successo, chiudendo quinto.

Fino all'ultimo chilometro sogniamo anche il colpo di mano di Matteo Sobrero, ma non fa i conti con Van der Poel.

Vince il premio della sfortuna il nostro Filippo Ganna, frenato da guasto meccanico e foratura al culmine del Poggio: insomma, nel punto in cui tutto si crea, lui vede evaporare tutto.

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