Sassuolo, l'ammazzagrandi tutta made in Italy

E il Parma con un solo straniero ha beffato la Fiorentina babele

Sassuolo, l'ammazzagrandi tutta made in Italy

Alla faccia del made in Italy in crisi. Il Sassuolo firma la rivincita italiana nella serie A invasa dagli Opti Pobà, Tavecchio dixit . Infatti l'impresa neroverde di San Siro contro il Milan è un trionfo tutto italiano: gli undici titolari e i tre entrati dalla panchina hanno il passaporto tricolore. Una prima assoluta perché anche all'esordio in campionato la formazione di partenza era tutta italiana, ma allora entrarono due stranieri. Un capolavoro dell'allenatore Eusebio Di Francesco. E dei giocatori. Simone Zaza ha festeggiato il decisivo eurogol al Milan con il rinnovo del contratto fino al 2019, alla Juve resta il diritto di prelazione. L'attaccante è il simbolo di questa squadra, avendo conquistato in questo angolo di provincia la nazionale, che ora aspetta l'altro gioiello neroverde, Domenico Berardi. Sassuolo terra di talenti e di favole come quella di Acerbi, guarito dal tumore. Oppure della seconda vita “sportiva” di Paolo Cannavaro, o della scoperta di Francesco Magnanelli, arrivato a trent'anni in serie A.

L'artefice ha nome e cognome: Giorgio Squinzi, patron dal 2004. La scalata dalla C2 è culminata con la promozione in serie A. La salvezza dell'anno scorso un piccolo miracolo. E il destino si diverte con il presidente di Confindustria che ha già battuto due volte il Milan, lui che è tifoso rossonero. La filosofia l'ha spiegata più volte il presidente Carlo Rossi: «Abbiamo puntato sul vivaio. Se c'è la possibilità di prendere un italiano bravo, cerchiamo di sfruttarla. I giovani italiani si immedesimano immediatamente nella nostra realtà. Comunque, se sono bravi, gli stranieri arrivano anche qui». Il segreto è tutto qui. Un passo alla volta. Il fiore all'occhiello è il Mapei Stadium di Reggio Emilia, acquistato dall'azienda di Squinzi nel 2013. La disponibilità economica fa rima con basi solide, non con spese scellerate. Niente nomi esotici, stranieri sì ma solo funzionali al progetto. Finora in campo ne sono entrati tre: Vrsaljko, Taider e Chibsah, tra l'altro cresciuto nelle giovanili. I risultati ora danno ragione, ma a inizio stagione soprattutto dopo lo 0-7 bis con l'Inter, ora dietro in classifica, si parlava di destino segnato. La società ha proseguito per la sua strada, non ha cacciato l'allenatore. La svolta il pareggio in casa con la Juve, quindi il 2-2 con la Roma. Fino alla storica vittoria contro il Milan.

Sassuolo italiano e ammazzagrandi.

Conferma di un'Italia che torna di moda nel pallone, un sorriso anche per il ct Conte. Il Parma che ha battuto la “babele” Fiorentina (zero italiani) aveva solo uno straniero nell'undici titolare. E l'Empoli che piace è un'altra eccezione italiana. Il made in Italy rinasce in provincia.

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