Il primo messaggio di benvenuto al nuovo presidente della Fia, lo sceicco Mohammed Ben Sulayem, lo ha mandato Lewis Hamilton decidendo di non seguire più la Formula 1 sui social. Ovviamente non c'è correlazione tra le due cose, i motivi che hanno spinto Lewis alla ribellione social, sono altri, ma fa effetto vedere che nel giorno dell'elezione del suo primo presidente extraeuropeo, la Fia si trovi a dover fare i conti con il broncio di un sette volte campione del mondo che l'altro giorno si è guardato bene di presentarsi alla premiazione di fine anno che ha incoronato Max Verstappen. Sir Lewis Hamilton, dopo essersi preso i complimenti del mondo per come aveva incassato la sconfitta in pista, si è chiuso nel silenzio social più assordante di sempre. Anche nel giorno della consegna del cavalierato al Castello di Windsor si è limitato a poche parole di circostanza. Per lui ha parlato Toto Wolff lasciando trapelare la possibilità che Lewis decida di lasciare. Un'ipotesi che si basa sulla convinzione di essere stato derubato.
Non da Verstappen, ma dal sistema. Una cosa che Lewis non può accettare. Si sente un po' come Senna dopo i fatti di Suzuka 1989. Allora Ayrton era in guerra aperta con il presidente federale Balestre che stava con Prost. Questa volta il nuovo presidente federale (eletto con il 61,62% dei voti) viene dagli Emirati Arabi, ha un passato da pilota nei rally (14 titoli di campione Fia Middle East Rally, con 61 vittorie negli eventi internazionali dal 1983 al 2002), da organizzatore ed era vicepresidente per il Medio Oriente. In squadra ha la moglie di Bernie Ecclestone, Fabiana Flosi, che entrerà in Fia dalla porta principale: Non le ho chiesto di essere in squadra perché è la moglie di Bernie, ma perché era ora di avere una donna seduta sulle poltrone che contano e non solo in una commissione, ha spiegato Sulayem. Liberi di credergli. Di certo la Fia ha preferito la cordata con Ecclestone all'altro candidato, l'inglese Stoker che era il vicepresidente di Todt.
Il nuovo presidente parla di inclusività, di un motorsport meno lontano dalla gente, ma non si nasconde di fronte alla domanda sul finale della scorsa stagione, sull'assenza di Lewis alla premiazione e sulle ombre che popolano i sogni di Hamilton: «Da pilota posso capire la frustrazione di Lewis per aver perduto il mondiale all'ultima gara, ma sono convinto che questa pausa e le vacanze in arrivo lo aiuteranno. So che Lewis è davvero triste per quello che è successo e in una parola direi si sente rotto. Dobbiamo però vedere se c'è stata qualche violazione nella cerimonia di premiazione, perché se c'è stata non la perdoneremo. Il perdono può esserci sempre, ma le regole sono regole e noi dobbiamo attenerci a quelle. Come dico sempre, le regole sono create dagli esseri umani e possono essere cambiate e migliorate dagli esseri umani».
Capisce Hamilton da pilota, un po' meno da presidente verrebbe da dire. È difficile immaginarsi una Formula 1 senza Hamilton nel 2022, ma è facile immaginarsi Hamilton senza Formula 1. Per la F1 sarebbe un colpo enorme alla sua credibilità perdere un campione come Lewis dopo che la sua squadra ha rinunciato al tribunale, ma ha chiaramente detto di esser stata derubata. Non sarà un inverno semplice.
Come quello di Maranello dove le voci di un ritorno di Jean Todt continuano. Ieri l'ex presidente Fia all'Equipe ha detto di non escludere nulla, purché la sfida lo attiri. E quanto lo possa attirare la Ferrari è inutile ricordarlo.
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