Un'alternanza di speranza e sconforto. Nelle ultime ore, a prevalere, è stato il secondo. Le condizioni di Totò Schillaci, 58 anni, ieri sera si sono ulteriormente aggravate dopo che nelle 48 ore precedenti si era diffuso un «cauto ottimismo». L'eroe delle «notti magiche» di Italia '90, in cura già da anni, era ricoverato all'ospedale Civico di Palermo da inizio settembre; e sono state proprio le fonti sanitarie del nosocomio siciliano ad evidenziare come le condizioni del «paziente Salvatore Schillaci» siano ormai disperate: «Nelle ultime 24 ore le condizioni cliniche sono in sensibile peggioramento, il supporto farmacologico e strumentale delle funzioni cardiorespiratorie consentono al momento una stazionarietà dei parametri vitali. Il paziente effettua anche terapie antidolorifiche, è sedato farmacologicamente ed è accudito in maniera continuativa dal personale medico e infermieristico e dai familiari». Attorno all'ex azzurro si è stretta da tempo una rete di affetto che ha accomunato l'intero mondo del calcio. «Solidarietà e vicinanza» anche da parte di Edoardo Bennato che al Giornale ha ricordato i momenti esaltanti di quel mondiale a cui aveva fatto da colonna sonora proprio il brano cantato da Bennato e Gianna Nannini: «Totò ha sempre guardato al futuro».
Un attaccante fenomenale i cui «occhi spiritati» sono rimasti nella memoria di tutte le squadre in cui a militato: Messina, Juventus, Inter, chiudendo nel carriera nel club nipponico de Jubilo Iwata. Nel suo libro di memorie, Totò ricorda: «Gli italiani erano innamorati di me? Lo scoprii dopo e lo vedo oggi». Oggi, più che mai.
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