Schumi jr alla Ferrari. Un ritorno al passato per andare nel futuro

Mick ha preferito l'Academy di Maranello alla Mercedes: non è romanticismo, ma convenienza

Schumi jr alla Ferrari. Un ritorno al passato per andare nel futuro

Scocciato, John Elkann, presidente della Ferrari e di FCA, pochi giorni fa aveva detto che no, non ci sarebbe stato nessun ritorno al passato a Maranello. Un'uscita sui media decisa per chiudere sul nascere il proliferare di voci che ipotizzavano il rientro alla Rossa di alcuni nomi chiave di un tempo neppure troppo lontano. Per cui, ora, che dire se non chapeau! Elkann ha trovato il modo più elegante per tornare al passato senza farlo realmente, anzi, andando sparato dritto verso il futuro: Mick Schumacher. Il figlio di Michael, l'uomo della Rossa più vincente di sempre.

Da ieri, infatti, il piccolo Schumi è ufficialmente allievo della scuola del Cavallino. Quest'anno, la Ferrari Driver Academy lo addestrerà, migliorerà e seguirà mentre, grazie alla vittoria dell'europeo di F3 2018, affronterà la stagione di F2 ancora al volante della Prema Racing, da sempre team vicino a Maranello. Di più: Mick junior il primo di aprile, il giorno dopo il Gp del Bahrein, esordirà sulla Rossa F1 che suo padre rese immensa. Lo farà in occasione dei test in-season per poi replicare qualche settimana dopo a Barcellona. Di più ancora: Michelino da ieri ha ufficialmente iniziato anche la sua lunga scalata in cerca di un posto in F1. Proprio come successo di recente, grazie all'Academy e al talento, a Charles Leclerc, passato in due anni dalla F2 con Prema alla Sauber F1 e, infine, a fianco di Vettel.

Niente da fare, quindi, per i ricchi e occhieggianti corteggiamenti Mercedes ancorati anche per la Casa tedesca, oltre che all'appetibilità della monoposto che domina da anni la F1 e alla comune nazionalità, ai trascorsi di papà Michael nella squadra giovani di Stoccarda a inizio anni '90 e al finale di carriera sotto la stella a tre punte. Questo per sottolineare che in un mondo dove il romanticismo non può per statuto abitare tanto è l'egoismo che serve per primeggiare in pista e tanti sono gli interessi in gioco, non è proprio il caso di farsi inebetire dal festival dei buoni sentimenti e dei ricordi già iniziato e pensare che il 19enne figlio d'arte abbia scelto Maranello perché spinto dal cuore. No. Se Mick ha deciso di accantonare l'offerta Mercedes è solo perché in Emilia gli hanno prospettato un pacchetto migliore a livello finanziario e sportivo. Di romantico, in questa vicenda sportiva non c'è nulla. Semmai c'è, questo sì, un romanticismo tragico e doloroso nella vita del ragazzo, ma legato al terribile incidente del padre sugli sci.

Per cui, può intenerire sentirlo dire «sono felicissimo... è più che ovvio che Ferrari abbia un posto enorme nel mio cuore fin dalla nascita e in quello della nostra famiglia»; così come può suonare dolce che il neo team principal Mattia Binotto sottolinei «per chi come me lo ha visto nascere ha sicuramente un significato emotivo particolare accogliere Mick in Ferrari... Però sono frasi fuorvianti.

Molto più concrete le parole successive di Binotto: «Ma lo abbiamo scelto per il suo talento e per le qualità umane e professionali già messe in mostra». Questione d'affari, dunque. Di corse. Di capacità. E solo poi di un cognome importante. Meglio così.

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