Schumi jr va veloce Per lui è già pronto l'esordio sulla Rossa

Il figlio del grande Michael guiderà la Ferrari nei test in Bahrein il 2 aprile. Come fece Leclerc

Schumi jr va veloce Per lui è già pronto l'esordio sulla Rossa

Quattromilacinquencentoquaranticinque giorni dopo, Schumacher torna sulla Ferrari. Sarà Mick, il figlio secondogenito che quattromilacinquecentoquaranticinque giorni prima aveva sette anni e ora ne ha venti. Accadrà fra una settimana, il prossimo due aprile, in Bahrein, due giorni dopo il secondo Gran premio di F1 stagionale e il suo debutto nel campionato F2. In occasione della prima sessione di test stagionali, Mick Schumacher, pilota della Ferrari Driver Academy e della Prema F2, si calerà nell'abitacolo della Rossa SF90 di Vettel e Leclerc e, per un attimo, il mondo rossovestito si fermerà. Perché è un sogno riveduto e corretto e modificato dalla sorte che si avvera comunque. Non è riuscito il padre a tornare sulla Rossa, padre che, se non fosse stato per i postumi della caduta in moto della primavera del 2009, ci sarebbe davvero risalito sul Cavallino per sostituire Felipe Massa infortunato. Sarà invece il figlio campione in carica di F3. Sarà lui come è più giusto e più bello e, suvvia, più romantico che sia.

Eppure, mentre attendiamo la prima del giovane Schumi, il pensiero non può che correre all'ultima del vero Schumi, poche settimane dopo aver annunciato il ritiro per far posto a Kimi Raikkonen. Sono trascorsi quasi tredici anni da quel tardo pomeriggio di San Paolo quando, era il 22 ottobre del 2006, il papà di Mick rientrò nel box della Ferrari, sganciò la cintura di sicurezza e uscì dall'abitacolo. La sua ultima gara con il Cavallino era stata epica, tormentata dalla sfortuna sotto forma di incidenti, forature e guai tecnici in qualifica che avevano vanificato quel disperato tentativo di fermare la corsa al titolo di Fernando Alonso. Michael concluse quarto dopo aver sorpassato il mondo e ancor oggi quella è e resterà l'ultima apparizione del vero Schumi sulla Rossa e in F1. Niente a che vedere con le tristi comparsate in alcuni test come consulente-collaudatore del Cavallino; tantomeno la crepuscolare esperienza degli anni in Mercedes. Quella sera lontana, Schumi era poi tornato a salutare il team e tutti noi che l'avevamo seguito in capo al mondo. T-shirt, jeans, stivali da cowboy, giubbotto di pelle nera, Corinna accanto a lui. Sembravano una coppia felice di cambiare vita. Non era così. Mick e Gina Maria erano a casa, come sempre, lontano dai riflettori, dal paddock, da questo circus dove il giovane Schumi si sta ora prepotentemente affacciando, ben gestito da Sabine Kehm che fu l'ultima manager di Michael, diventando poi un membro effettivo della famiglia Schumacher.

Mick che ora dice «il mio obiettivo è riuscire un giorno ad essere paragonato al miglior pilota della storia... e quel pilota era mio padre». Mick ventenne educato e garbato ma giovane solo in apparenza. Perché ha spalle enormi questo ragazzo catapultato dal dramma del papà direttamente dalla bambagia di una vita da fiaba nell'inferno di una tragedia a cui ha assistito di persona quando non aveva ancora quindici anni. Un dramma che non l'ha spinto però a rinunciare al sogno di seguire le orme del padre, «ai tempi del kart papà mi chiese vuoi correre per hobby o per mestiere? Risposi mestiere», e che anzi l'ha rafforzato in questa determinazione.

Dopo il debutto sulla SF90, Schumi junior esordirà mercoledì anche sull'Alfa Romeo motorizzata Ferrari. Un altro assaggio che lo avvicina al percorso seguito da Charles Leclerc che la Rossa la guida oggi da titolare e che l'aveva provata da tester, facendosi poi le ossa sull'Alfa. Charles che come Mick dalla vita è stato tormentato e allenato, perdendo l'amico del cuore Jules Bianchi per i postumi dell'incidente di Suzuka 2014, e il papà Hervé nel 2017 alla vigilia di una gara di F2. Gara in cui fece la pole e poi vinse.

«Je t'aime papà» disse dal podio.

Sebastian Vettel è avvisato. Non dovrà solo guardarsi da chi ha accanto, ma fare attenzione anche a Junior che arriva da dietro. Hanno entrambi le spalle larghe e uno si chiama Schumacher.

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