RIO DE JANEIRO - Niente sogno, niente rivincita, niente rivalsa, niente sport, marcia, futuro. Il Tas, nel tardo pomeriggio di Rio, ha comunicato la propria decisione e, anche se prevista, è choc. Alex Schwazer è fuori da tutto. Otto anni di squalifica. Senza se, senza ma, uno schiaffo all'uomo e ai suoi uomini, in primis Sandro Donati, paladino della lotta al doping finito anche lui in queste sabbie mobili del sospetto.
Ricaduto, coinvolto, fregato, gli estremi del giallo e del due pesi e due misure resteranno per sempre perché questa seconda positività di Alex, fin dalla tardiva comunicazione a giugno, dopo mesi a rimpallarsi provette e controlli, è e resterà tinta di giallo. Il controllo del 1° gennaio, la presenza minima di anabolizzanti riscontrata, la provetta non anonima, con indicato il paese di Alex, Racines, unico atleta al mondo a vivere lì, per cui persino negato l'anonimato nei controlli. E poi l'incredibile tempistica che ha portato la Iaaf a comunicare la positività solo a fine giugno, quando ormai i tempi per appelli, difese, tentativi di far valere le proprie posizioni erano, e infatti si sono rivelati, vani.
Inutile il viaggio a Rio, inutile la presenza dei suoi legali, di specialisti, di video che avevano monitorato giorno per giorno l'assenza di doping nel suo sangue. Inutile allenarsi con tristezza e la pena nel cuore lungo le vie di Copacabana. Schwazer torna a casa, ma questo è solo l'inizio di una lunga marcia verso altro. Domani avrebbe potuto correre la 20 km, la settimana dopo giocarsi tutto nella sua 50. Ora dovrà iniziare ben altro allenamento: reggere il peso di un simile epilogo.
Perché la vicenda ha dell'incredibile. Squalificato alla vigilia della marcia di Londra 2012, risqualificato definitivamente alla vigilia di quella di Rio. Quattro anni più tardi, dopo averne scontati tre di fermo, dopo essere tornato alle competizioni lo scorso 8 maggio, dopo aver vinto la marcia mondiale di Roma, dopo aver fatto capire al mondo che avrebbe ipotecato la medaglia d'oro ai Giochi. Niente Giochi, invece. Vicenda surreale perché non ci si può sbilanciare da una e dall'altra parte. Perché Alex era stato trovato positivo e in più aveva mentito la prima volta.
E perché la positività agli anabolizzanti riscontrata il 1° gennaio dai controllori della Iaaf è emersa solo dopo un secondo controllo il 12 maggio, quattro giorni dopo la marcia vittoriosa di Roma, ma comunicata a fine giugno. Per cui c'è tanto di cui sospettare. Da una parte e dall'altra.BCLuc
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