La scure della Covisoc: Bari, Avellino e Cesena rischiano la B

Ufficializzata la decisione della commissione di vigilanza a rischio tre storiche squadre del calcio italiano. L'Avellino annuncia già il ricorso

La scure della Covisoc: Bari, Avellino e Cesena rischiano la B

La Covisoc esclude dal prossimo campionato di Serie B Bari, Avellino e Cesena. L’annuncio ufficiale della decisione della Commissione di Vigilanza sulle società di calcio è arrivato nel pomeriggio di ieri. La Covisoc, per differenti motivi, ha rigettato l’iscrizione al torneo per tre realtà storiche del pallone italiano alle prese con problemi diversi. Le società, adesso, hanno tempo fino alle 19 di lunedì prossimo per presentare ricorso e strappare l'iscrizione alla prossima serie B.

A Bari, che peraltro rappresenta la città che con poco più di 15mila spettatori di media a partita ha fatto registrare il maggior numero di presenze allo stadio nella stagione scorsa, si vivono momenti strazianti. Il rischio di un tracollo è legato alla necessità di una ricapitalizzazione che non arriva.

Non va meglio a Cesena dove i guai del club sono emersi da tempo e l'Agenzia delle Entrate ha rifiutato il piano di ricostruzione societaria del club. Una situazioen carica di drammaticità, esplosa nelle scorse settimane quando il presidente Giorgio Lugaresi era arrivato a lasciar intendere di essere pronto anche a gesti estremi, in una lettera indirizzata ai suoi cari e anche agli ultras della compagine romagnola.

Ad Avellino, invece, la notizia dell’esclusione dal campionato è stata un’autentica doccia fredda. È arrivata proprio mentre la società, in una manifestazione pubblica in un locale del centro del capoluogo irpino officiata dalla showgirl Anna Falchi, stava presentando le nuove maglie del club. Al centro del “caso” che riguarda i biancoverdi c’è una fideiussione che per la Covisoc non sarebbe adeguata perché rilasciata da una compagnia di diritto estero che sarebbe priva, secondo i contabili federali, del rating indipendente e oggettivo.

In una nota ufficiale, però, il club ha dichiarato di essere pronto al ricorso e anche a intraprendere eventuali azioni legali tese a tutelare l’immagine della società: “Il riscontro del mancato rispetto dei criteri – si legge nel comunicato - scaturisce da un’anomalia relativa alla fideiussione presentata da questa società che, nei termini stabiliti, ha ottemperato a tutti gli adempimenti, come sempre avvenuto, sicura che la documentazione fosse stata prodotta in osservanza di quanto stabilito dalle normative federali. Fra queste certamente la ricapitalizzazione effettuata con relativo adeguamento dei parametri, due scogli importantissimi per l’ammissione al campionato: tali ottemperanze sono state regolarmente eseguite dalla società con notevoli sacrifici economici”.

Quindi nella nota legge ancora: “L’irregolarità riscontrata è da ritenersi non ascrivibile all’U.S. Avellino che ha agito in buona fede ed è parte lesa in questa vicenda per la quale si riserva, fin d’ora, di effettuare ogni azione legale a tutela dell’onorabilità del club e della sua immagine.

Nei termini previsti dalla normativa federale (entro le 19 di lunedì 16 luglio) la società provvederà a regolarizzare la propria posizione presentando ricorso e, contestualmente, una nuova fideiussione a sostituzione di quella ritenuta non conforme ai requisiti richiesti dalla Co.Vi.So.C”.

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