Sono partite come queste che fanno venire voglia di Superlega anche a chi questa voglia non l'avrebbe. Uno aspetta la Champions per godersi l'adrenalina del calcio, che il campionato raramente regala, e invece gli rifilano il Viktoria Plzen, modesto avversario ceco, che già una settimana prima ne aveva presi 5 (a 1) al Camp Nou. L'Inter che non è il Barcellona ne segna solo 2 (a 0), ma Inzaghi che evidentemente la sapeva lunga, si prende il lusso di fare turnover prima della ben più impegnativa trasferta di Udine. Stadio piccolo e con buona dose di razzisti, visti i cori contro Onana: in un calcio ideale, a questo livello, francamente non c'è necessità alcuna di squadre come questa, materasso certificato nel girone più complicato della Champions. Eppure prima dell'Inter, nessuna squadra italiana aveva vinto qui in 4 precedenti negli ultimi 10 anni (indice evidente anche del livello nel frattempo raggiunto dal nostro calcio).
Seconda vittoria in 4 giorni: missione compiuta ed eurotraguardo minimo garantito, ovvero il terzo posto nel girone, che usciti dall'inverno varrà all'Inter almeno la partecipazione all'Europa League. Con la possibilità, ancora ovviamente tutta aperta, di giocarsi gli ottavi di Champions nel prossimo doppio faccia a faccia, che aspetta i nerazzurri contro il Barcellona. Di nuovo mezza squadra differente rispetto alla partita precedente, compreso Onana che evidentemente è il portiere di Champions, al contrario di quanto negato da Inzaghi alla vigilia. Fuori rispetto al Toro anche De Vrji, Dimarco, Calhanoglu, Darmian e soprattutto Martinez. Buono il debutto assoluto di Acerbi con la maglia dell'Inter (bianca, stavolta): contro il gigantesco Chory, tocca a lui il compito più spigoloso della serata.
Inter in gol già a metà del primo tempo, con Dzeko, che ha un conto sempre aperto con il Plzen: fra City, Roma e adesso Inter è al decimo gol (in 9 partite) contro lo stesso avversario. Assist di Correa e chirurgico piatto destro del centravanti. E c'è ancora il ritorno per aggiornare una statistica da record. Prima e dopo, il Plzen si era semplicemente difeso, nemmeno troppo bene. In avvio di ripresa l'Inter ha 4 occasioni in 5 minuti per chiudere la sfida e rendere più rotonda la vittoria. Bravissimo il portiere ceco, un po' meno gli attaccanti dell'Inter.
L'unico sussulto del Viktoria a partita ancora aperta è la conseguenza dell'espulsione sacrosanta che il Var rifila a Bucha, l'uomo di Brozovic in libera uscita su Barella (pericolosa pedata alla tibia).
Come scossi, i cechi arrivano un paio di volte in area di rigore, senza mai sporcare i guanti a Onana (accadrà quasi in fondo alla partita, con una punizione da trenta metri che gli rimbalza davanti, stavolta il portiere contava zero), finché Dzeko in contropiede innesca Dumfries, finalmente in gol a metà ripresa.Nel finale, Inzaghi concede l'esordio in Champions ad Asllani (per Brozovic) e toglie Miki, Bastoni e Barella, oltre a Correa (per dare l'ovvio spazio anche a Lautaro Martinez). Tutto fatto pensando all'Udinese.
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