La Juventus alza la coppa Italia al cielo del ritorno del pubblico allo stadio. I bianconeri non sbagliano una serata dopo una stagione che è sembrata una lunga infinita notte, con qualche luce di illusione qua e là. Si deve inchinare l'Atalanta che non chiude con un trofeo un ciclo incredibile di cinque anni. Non c'è la ciliegina ma resta la torta, Gasperini dixit, della terza qualificazione Champions di fila. E proprio la Dea domenica se dovesse fermare il Milan riporterebbe per il rotto della cuffia nell'Europa che conta quella Signora che si era inventata la Superlega. È una coppa per i bianconeri che salutano il passato, con Buffon ancora determinante che la alza, e i compagni ad abbracciare il futuro con Kulusevski e Chiesa a esaltarsi davanti al pubblico ritrovato.
C'è voglia di calcio dal vivo. L'entusiasmo degli oltre quattromila tifosi presenti è la prima vittoria della serata. L'inno cantato da Annalisa e il cuore tricolore che batte forte davanti alla coppa Italia sono l'annuncio dello spettacolo. Il pubblico ritrovato (per l'occasione riecco John Elkann come con il Milan) vuole essere ripagato da Atalanta e Juventus, che giocano a viso aperto, a tratti sembra una partita di Champions, il ritmo compassato è lasciato al campionato. La conferma di quanto siano mancati i tifosi ai giocatori, anestetizzati dai seggiolini vuoti.
Parte forte Gasperini trascinato dai quadricipiti di Zapata, dall'altra parte Buffon all'ultima recita in bianconero impiega poco per convincere definitivamente chiunque abbia pensato a lui, a fargli una chiamata. Atalanta in pressione costante, Juve arroccata nel suo giropalla e pronta a colpire con Kulusevski, preferito come contro l'Inter a Dybala e Morata al fianco di Cristiano con Chiesa a supporto. L'attacco rotante, con posizioni interscambiabili, prova a non dare riferimenti a Romero e soci, e l'ex pagato 40 milioni dalla Signora alla Dea, colpisce con un sinistro a giro. La Juve sceglie la destra, l'Atalanta a sinistra, ma Gasp la pareggia sfondando in 10' proprio dalla corsia opposta: pasticcio Rabiot-Danilo e Malinovskyi infila da centroarea. L'uomo in più di Gasperini, praticamente in ogni gol c'è il suo zampino da qualche mese. La Juve balla e ha già i due centrali ammoniti dopo mezz'ora.
La ripresa è più di studio, ma dopo un'ora è ancora Kulusevski a impegnare Gollini servito da Chiesa, che subito dopo centra il palo. A Cuadrado non viene fischiato nulla, retaggio del rigore cercato con l'Inter. Cristiano Ronaldo è più vivo delle ultime recite, ma è sempre attutito dal muro dell'Atalanta. Gasp vede la sua creatura andare per inerzia e allora ecco Muriel e Pasalic. Ma è la Juve a rimettere la freccia sulle ali della gioventù: triangolazione tra Kulusevski e Chiesa, stavolta il viola infila il raddoppio. Gasperini si snatura con una squadra sbilanciata ma resta una notte sbagliata, solo Muriel ha una palla buona: la spara in curva, si può tornare a dire.
La Juventus di Pirlo chiude da squadra, trovata in coda a una stagione presuntuosa, con l'ultima palla che muore tra le mani di Buffon talismano. Con lui non ha mai perso. È la fine di un'era per la Signora, ma può essere l'inizio di un'altra storia.
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