Show in stile Olimpiadi. Ci sono i fischi, non i leader occidentali

Emozionanti le coreografie del nostro Balich. Fra il pubblico timidi accenni di contestazione

Show in stile Olimpiadi. Ci sono i fischi, non i leader occidentali

C'è la fiction. Ma, soprattutto, c'è la realtà. Durante la cerimonia (spettacolare) dell'apertura del Mondiale in Qatar sono andati in scena entrambe: da una parte la dolcezza di luci, colori e ballerini coordinati dall'italiano Marco Balich; dall'altra parte l'amarezza di veleni, polemiche e accuse che ruotano attorno al regime dell'emiro Al Thani. Quando ieri dal palco d'onore (orfano di tutti i leader occidentali e con la Bbc che non ha trasmesso la cerimonia), lo sceicco ha preso la parola per ringraziare «la gente che ha lavorato duramente», il pubblico ha rumoreggiato, qualcuno ha sentito anche dei fischi al suo indirizzo. Fischi che invece certamente hanno fatto da corona all'intervento del presidente Fifa, Gianni Infantino. L'impressione è che nessuno abbia più voglia di rilanciare temi scomodi. Forse basta e avanza il brutto show dello stesso Infantino che, due giorni fa, si è guadagnato gli «onori» della ribalta, lanciandosi in un discutibile coming out mediatico («Oggi mi sento arabo, gay, migrante e disabile») dalla dubbia sincerità. All'elenco dei discriminati mancavano le «donne» che hanno trovato spazio nella cerimonia di apertura solo col volto velato. I disabili sono stati invece rappresentati in mondovisione da Ghanim Al-Muftah, 22 anni, celebre youtuber qatariota: intenso emotivamente il suo dialogo sull'«inclusione» con la star hollywoodiana, Morgan Freeman. Ghanim è nato con una rara malattia, la Caudal Regression Syndrome e in patria è considerato un simbolo di perseveranza. Per il resto una «festa» dai tempi giusti: 28 minuti di coreografie tra laser moderni e tocchi di tradizione che hanno entusiasmato i 60mila dello stadio Al Bayt e milioni di spettatori global. Un paio di cantanti (nulla a che fare con le rockstar delle precedenti edizioni) ed effetti optical mai pacchiani, eccetto per l'entrata in scena delle mascotte mondiali (compreso il nostro vituperato «Ciao» di Italia '90) riesumate dal passato: un esercito di pupazzoni gonfiati d'aria che evocavano certe scenografie un po' kitch dei «Giochi senza frontiere». Già, le «frontiere» europee. Il Qatar, dopo essersi aggiudicato i Mondiali (con parecchie zone d'ombra che hanno coinvolto, oltre alla coppia Infantino-Al Thani, anche il terzetto Blatter-Platini-Sarkozy), vorrebbe giocarsi pure la carta delle Olimpiadi 2032.

Per ora ha presentato solo la sua candidatura, ma il Cio (Comitato olimpico internazionale) è scettico. Tante le controindicazioni: temperature estive torride, timori di uno scarso pubblico e la vecchia questione dei «diritti violati». Perché la fiction non può cancellare la realtà.

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