Sogno e incubo

Si gioca la semifinale degli Us Open contro l'amico Draper, ma la Wada martedì può fare ricorso sul caso doping: Jannik verrebbe così sospeso

Sogno e incubo
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Secondo qualcuno avrebbe dovuto aiutarlo nel fisico, e invece alla fine gli ha spinto più in là la testa. Jannik Sinner in semifinale negli UsOpen per la prima volta è il combinato disposto di tutto quello che è successo negli ultimi mesi: il caso doping è stata una storia di sacrificio, di resistenza, di lotta (anche contro se stesso), di risalita. Ed è stato tutto tranne doping, anche se sul numero uno del tennis resta ancora la spada di Damocle di un appello della Wada: il termine per farlo sarebbe oggi, ma rumors nel circuito dicono che l'antidoping mondiale potrebbe aspettare martedì - a torneo finito per evitare imbarazzi - e poi accontentare chi si è lamentato di un processo non uguale per tutti (anche Djokovic e Federer, per dire) con una sospensione cautelare in attesa di ulteriori accertamenti. E questo anche se perfino Nick Kyrgios, che all'assoluzione strepitò chiedendo due anni di qualifica, ora cambia rotta: «Non è facile gestire quel che è successo e rendere a questo livello. Di sicuro ora è il favorito per il torneo».

Insomma: lo Slam americano di Jannik resta tra sogno e incubo. Di sicuro sul campo è stato però da vero Numero Uno: partenza lenta, qualche difficoltà, forma da costruire e crescendo quando le cose si fanno serie. E da Numero Uno è stato anche contro Medvedev, in un match non particolarmente bello, ma domato e dominato in quattro set (6-2, 1-6, 6-1, 6-4). C'era da riscattare la sconfitta nei quarti di Wimbledon - condizionata dal malore che aveva dentro Jannik - e non c'è stata partita, se non nel secondo set: «Ma anche in quel caso, sotto 0-5, avevo la certezza di essere in partita». Con un Sinner più a rete del solito: oltre 30 discese con l'80 per cento di riuscita. Con questi numeri si può solo vincere. «Quando affronto Daniil voglio che non sappia mai cosa aspettarsi. Dopo il periodo che ho vissuto, il successo a Cincinnati mi ha dato fiducia, eppure arrivato a New York non avevo sensazioni positive. Però nel corso del torneo mi sono ritrovato e adesso sono molto concentrato su me stesso».

Numeri (da) primi, si diceva, e a questo punto è quasi sicuro che comunque sarà Jannik finirà in cima alla classifica, segnando ancora una volta la storia del tennis italiano. Ma gli UsOpen non sono finiti, anzi: prima c'è la semi (stasera ore 21) con Draper, amico dai circuiti junior e compagno di doppio in Canada, uno che lo conosce bene. «È stato bello giocare insieme a lui ha detto il britannico erede di Murray -, ci scambiamo spesso messaggi e mi è sempre stato vicino nei periodi difficili, come io con lui. È una grande persona, sarà bello sfidarci». Draper, mancino solo per il tennis e arrivato fin qui senza perdere un set, è un avversario ostico, anche se è uscito dal match contro De Minaur con un piccolo acciacco.

Ma più di tutti il vero pericolo pubblico per il titolo sembra essere Taylor Fritz, che sfiderà nell'altra semifinale made in Usa Frances Tiafoe ed è probabilmente il giocatore più caldo del ranking, visto che tra l'altro al momento ha fatto fuori Novak Djokovic dagli otto delle Atp Finals. In pratica: per vincere gli UsOpen a Jannik servirà l'ennesima impresa. Sperando che basti per scacciare gli ultimi incubi.

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