Povera Juve. Una poverissima Juve, anzi. Battuta dal Monza fino a ieri ultimo in classifica, reduce dal cambio allenatore e mai prima di ieri vittorioso in serie A. Eppure, la squadra di Allegri è riuscita nell'impresa di fare ancora peggio di quanto (il nulla) combinato fino a tre giorni fa: squadra inesistente e confusa, lasciata in dieci contro undici a fine primo tempo dall'inevitabile espulsione di Di Maria, protagonista di una gomitata di reazione a metà campo su Izzo. Rosso diretto e Signora nel dramma. Non che fino a quel momento l'argentino avesse combinato chissà cosa, tutt'altro: è però un fatto che, essendo già la squadra in difficoltà, giocare più di un tempo in inferiorità numerica non ha aiutato. La giocata più bella l'ex Psg l'ha fatta sui social: «Voglio scusarmi con tutti per questa reazione inappropriata che ho avuto sul campo. Aver lasciato la squadra con uno in meno in un momento così difficile del campionato ci ha fatto perdere la partita. Aver perso è solo colpa mia. Mi dispiace così tanto. Sono un professionista ma anche un essere umano che commette errori e sa riconoscerli».
Palladino, esordiente in panchina addirittura, non si è a quel punto accontentato del pareggio ed è stato premiato: cross di Ciurria, colpo di testa di Gytkjaer e Perin battuto. Il danese, 32enne arrivato dalla panchina per sostituire Mota dopo essere stato pochi mesi fa l'eroe della finale promozione segnando tre reti nei due match di finale contro il Pisa, è diventato così l'esecutore materiale dell'omicidio perfetto: Juve all'angolo, tramortita e battuta. Con il minimo orgoglio che l'ha poi proiettata nella metà campo brianzola, senza che però arrivasse un gol che fosse uno.
Alla fine, insomma, in alto i calici per il Monza di Berlusconi e Galliani, rilanciatosi quando forse meno se l'aspettava contro una squadra presuntuosa e sulle gambe.
Scherzata in mezzo al campo da Rovella, uno che fino a una quindicina di giorni fa faceva parte della rosa bianconera e che è stato poi mandato in prestito per lasciare spazio (perché?) a Paredes. «Cambiare allenatore sarebbe follia le parole pronunciate prima della partita da Maurizio Arrivabene -. Se c'è un colpevole, sono io».
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