Sono entrambi al primo anno sulle rispettive panchine. Ed entrambi non amano i proclami: meglio andarci piano con le parole e provare a lasciare il peso del pronostico agli avversari. Antonio Conte è comunque il capoclassifica alla guida del Napoli, Thiago Motta arranca ai margini della zona Champions. Tredici punti dividono le due squadre: da qualunque lato la si voglia guardare, una situazione difficilmente pronosticabile la scorsa estate. Il tecnico pugliese cresciuto a pane e Juventus nella doppia veste di giocatore e allenatore è stato bravo a riaccendere il motore della squadra che due anni fa aveva vinto il campionato, passando nel frattempo da Osimhen a Lukaku e da Kvaratskhelia a Neres: il tecnico della Signora è invece ripartito quasi da zero ingarbugliandosi però strada facendo e dando l'impressione di non avere ancora trovato la strada giusta da percorrere fino in fondo. Il gruppo creato da Cristiano Giuntoli, insieme a Spalletti artefice dello scudetto partenopeo di due stagioni fa, si è insomma finora dimostrato imperfetto: troppi doppioni in alcune zone del campo e poche alternative in altri, al punto che oggi potrebbe partire titolare Kolo Muani, ultimo arrivato che rivestirebbe così i panni del messia facendo accomodare ancora una volta in panchina niente meno che Vlahovic.
«Squadre imbattibili non esistono, prima o poi perderà anche la Juve - ha detto Conte, capace da allenatore di battere i bianconeri solo una volta, alla guida dell'Inter, nei nove incontri finora disputati -. Certo, loro come Inter e Milan, non si possono nascondere». «I 13 punti che ci dividono dal Napoli sono la realtà così Thiago Motta - ma la nostra situazione di partenza non è simile alla loro. Evidentemente ci meritiamo di essere in ritardo, ma è nostra intenzione giocare una grande gara per arrivare alla vittoria. Se ci sono tredici punti di differenza tra le due rose? Non è un dibattito, ho risposto alla domanda». Come dire che un po' di nervosismo aleggia qua e là («non ho mai criticato i nostri attaccanti, li ho solo richiamati nel post partita di Bruges», l'altra puntualizzazione), perché è un fatto che la sua Juve non abbia finora reso quanto ci si aspettava. Paradossalmente, poi, c'è anche da considerare la similitudine di alcuni numeri: il Napoli ha subìto finora 14 gol e la Juve solo tre in più, segnandone 35 contro 34.
La differenza che si riflette nella classifica sta nella capacità degli azzurri di avere vinto otto volte con un gol di scarto, mentre i bianconeri si sono imposti di misura solo in due occasioni su otto: come dire che la Signora non è stata finora capace di portare a casa tante di quelle partite lottate fino all'ultimo. Oggi, chissà.
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