Come ogni sindacato che si rispetti, anche quello dei calciatori, addirittura il sindacato mondiale (FifPro), mette nel mirino i padroni brutti e cattivi. E annuncia-denuncia una sorta di ricatto dell'Inter nei confronti di Wesley Snejder. Aggiunge che anche Llorente è nella stessa condizione. Furbamente nessuno parla di mobbing esplicito, perchè nel calcio non può esistere. Sennò dovrebbero lamentarsi pure Lucio e tanti, come lui, che giocano con il contagocce. Invece basta ripararsi dietro alle scelte tecniche per chiudere i discorsi. L'Inter, per bocca di Marco Branca, ribatte che non si tratta di ricatto. «Piuttosto di una richiesta di collaborazione». L'Inter sostiene che il giocatore non ha nemmeno voluto sedersi al tavolo per discutere, quindi non ha cognizione di qual sia la proposta, e che Sneijder non gioca per scelta tecnica (vedi sopra) perché non è in condizioni di serenità. Dunque, finché non la ritroverà inutile impiegarlo.
Il sindacato fa sapere, invece, che l'olandese ha ricevuto richiesta «di prolungare il contratto fino al 2016 per lo stesso ingaggio complessivo. In altre parole la società gli ha chiesto di lavorare un anno in più senza esser pagato. Sneijder ha rifiutato e il tecnico lo ha tenuto fuori».
Come vedete qualcuno non la racconta giusta: l'Inter, nella persona di Branca, che dice di non aver avuto da parte del giocatore neppure la disponibilità ad ascoltare l'offerta? O il sindacato, evidentemente informato dall'olandese, che racconta i particolari dell'offerta e che si preoccupa perché il poveretto (sei milioni all'anno) rischia di restare una stagione senza essere pagato? E qui sta la prima chiara bugia: semmai pagato meno, non «senza essere pagato». Certo, è un bel tormento passare da un ingaggio di sei milioni ad uno di quattro. Ma non è questo il punto. Il caso Sneijder accende il solito contenzioso e i soliti interrogativi: chi gli ha fatto il contratto? Il presidente aveva una pistola alla tempia quando gli ha aumentato l'ingaggio? I contratti vanno rispettati e semmai abbassati alla scadenza, recita il decalogo del sindacato e del qualunquismo in voga nel mondo del pallone .
Almeno in Italia il mondo è cambiato. Ma anche altrove non stanno meglio. Ci sono buone ragioni per chiedere quella che Branca definisce una «collaborazione». Soprattutto a un tipo come l'olandesino col vezzo della primadonna che, però, da almeno due anni non sa esserlo sul campo. Se fosse possibile quantificare l'ingaggio su numero di partite, gol segnati, numero di infortuni, quello di Sneijder sfiorerebbe i seicentomila euro, non i sei milioni. Come raccontano all'Inter c'è modo e modo di essere partecipi a vita e problemi della squadra. Visto da fuori, Sneijder si limita(va) a cinguettare su Twitter. E ogni tanto abbozzava l'idea di andarsene. In campo pensava (pensa) solo a se stesso, raramente a trovare una soluzione al gioco, meno ancora a lavorare per gli altri. Parlano i fatti, poi suonano i trombettieri ed è altra musica.
L'Inter da almeno due anni vorrebbe venderlo, ma non ci riesce: poche proposte eppoi fuggono tutti appena leggono le cifre dell'ingaggio. Il valore di mercato si è dimezzato e forse più. Quest'anno all'Inter c'è stato un vai e vieni di 21 operazioni tra entrate e uscite. Se è rimasto solo Sneijder non è certo per la reciproca mozione degli affetti.
In questa diatriba non ci perde certo la squadra, che ha dato il meglio in assenza della primadonna. Se tutte le accuse di ricatto si riducono al non giocare per scelta tecnica, come sostenuto dall'allenatore e anche dai discorsi corrosivi di Branca, la battaglia è perduta. Il sindacato dimostri il contrario.
Il discorso è molto semplice: l'Inter sta ricattando Sneijder esattamente come Sneijder ricatta l'Inter alla quale fa intendere: o mi pagate come voglio io o mi vendete. Sapendo che non è facile, quasi impossibile con il suo contratto. Dunque, ci perde l'Inter a perdere Sneijder o viceversa? Risposta facile per decidere chi abbia ragione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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