Era una giornata perfetta: Jannik Sinner primo italiano nelle semifinali delle Atp Finals e un match con Rune che si avviava ad essere la sua consacrazione. Poi il piccolo cric, una frustata alla schiena, il rovescio che diventa un piccolo calvario, gli sguardi tesi del suo team: game che volano via con Rune che ribalta il match, e l'obbiettivo di mandare Novak Djokovic a casa prima del tempo diventa possibile. Così ecco che la festa diventare preoccupazione: come si presenterà domani Jannik all'appuntamento con la storia?
Oggi avremo sicuramente notizie più certe, e quel malanno sul 6-2, 4-4 si spera resti solo uno scherzo del destino. Sinner non ha voluto mollare, mentre tutti pensavano che il ritiro fosse la cosa più saggia. Invece la partita è continuata, sicuramente per rispetto verso il pubblico, forse anche per Djokovic, che dopo quello che aveva combinato Tsitsipas si sarebbe trovato fuori per colpa di due vittorie per rinuncia di Rune. Il fatto è che lo status di campione lo si guadagna anche così, nonostante i rischi di una decisione così difficile. Sapremo se è stata quasi incoscienza.
Sinner intanto già aveva la certezza di essere il primo italiano tra i quattro che si giocheranno il titolo di Maestro: neppure Adriano Panatta nel 1975, c'era riuscito. E ha ringraziato proprio Djokovic che nel pomeriggio doveva battere Hurkacz e l'ha fatto, ma in tre set (7-6, 4-6, 6-1). Il doppio fallo che ha regalato il break al polacco nel secondo set è stato un fiocchetto anche per il Fenomeno Rosso. Non era il solito Djokovic, e si è visto. Quasi rassegnato alla fine del match, quando in vista della partita della sera, nella quale doveva tifare Sinner, ha reagito con insolita indifferenza: «Non lo farò, e non credo al biscotto contro di me: Jannik gioca sempre per vincere. Sarà quel che sarà, ora arrivano i miei figli e passerò la serata con loro e con la mia famiglia. Se andrà male, partirò subito per preparare la Davis»).
Quel cric ha dunque finito per scombinare qualsiasi pronostico, anche se dopo un po' Sinner è tornato a giocare senza apparenti smorfie. E la semifinale, comunque sia, permette il paragone con i grandi del tennis, perché se è vero che a Torino aveva già giocato (due anni fa era entrato come riserva di Berrettini infortunato nella prima partita del girone), questa è come se fosse una prima volta. E allora possiamo prendere ad esempio Roger Federer, che nel 2003 arrivò in semifinale al suo esordio, per poi vincere il titolo i due anni seguenti.
Il primo di Nadal (2005) fu invece un ritiro per infortunio, mentre Djokovic (2007) non superò la prima fase. Insomma, fate i conti, e capirete che siamo davanti a un'impresa. E la notte che poi ha deciso il match, ci dirà se potrà continuare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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