Sinner non fa mai sconti. E nemmeno i suoi giudici

L'agenzia che ha assolto Jannik sul caso doping. "Fatti e scienza: nessun trattamento di favore"

Sinner non fa mai sconti. E nemmeno i suoi giudici
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Ancora loro, ancora Jannik. Quattro giorni dopo la vittoria su Djokovic nell'ultimo atto del Masters 1000 di Shanghai, Sinner sconfigge di nuovo il serbo e approda alla finale del Six Kings Slam in corso a Riad, in Arabia Saudita. Insomma, il numero 1 uno del mondo sa solo vincere. Dopo aver annichilito il russo Medvedev in un incontro a senso unico, Sinner ha battuto il 24 volte campione Slam per 6-2, 6-7, 6-4. «Abbiamo giocato contro qualche giorno fa, e siamo un po' stanchi - ha commentato Jannik a caldo -. È stata una partita dura, non è stato facile perché conosciamo punti di forza e debolezze dell'altro».

Non conterà per la classifica, questo torneo esibizione saudita dal montepremi milionario, ma c'è la conferma del momento magico del re del mondo. Che però ha dovuto soffrire per portare a casa questo match. Dopo aver prevalso nella prima frazione in 27 minuti, nel secondo set c'è stata la reazione di Djokovic, che ha dominato il tie break (7-0). Al terzo, ancora alti e bassi, ci sono stati due doppi falli su tre battute (più un gesto di stizza per uno scambio vinto da Nole), ma poi sul 4-4 è arrivato il break decisivo per il successo. Jannik che ha chiuso l'incontro con un ace: «Di solito sono calmo, oggi (ieri, ndc) mi sono innervosito», ha ammesso. Adesso, lo aspetta in finale il vincitore della sfida tra Nadal e Alcaraz, quest'ultimo reduce dal successo contro il danese Rune. La finale di Riad sarà domani, dopo la finalina per il terzo e quarto posto.

Qualche ora prima dell'incontro, l'Itia (International Tennis Integrity Agency) ha emesso un comunicato in cui ha spiegato perché aveva prosciolto Sinner dalle accuse di aver assunto la sostanza dopante Clostebol. L'Itia aveva infatti chiuso la vicenda dichiarando l'atleta «non colpevole e non negligente» per l'assunzione di una quantità infinitesimale di quella sostanza dopante. Una sentenza netta e cristallina che parlava di «assunzione involontaria» a causa della contaminazione di una pomata utilizzata dal suo ex fisioterapista Giacomo Naldi. Ieri l'associazione internazionale per l'integrità del tennis, attraverso un comunicato del ceo Karen Moorhouse, ha voluto spiegare meglio la sua posizione. «Capiamo il clamore per il caso Sinner, che ha provocato tanti commenti e tante speculazioni, ma per lui nessun trattamento di favore. Il modo in cui si svolge un caso è determinato solo dalle sue circostanze, dai fatti e dalla scienza», ha puntualizzato l'Itia sull'assoluzione dell'altoatesino.

Il quale però è finito di nuovo nel mirino: infatti a inizio di questo mese la Wada (Agenzia mondiale antidoping) ha fatto ricorso al Tas (Tribunale arbitrale dello sport) contro la decisione di marzo dell'Itia, cioè l'assoluzione, riaprendo di fatto il caso.

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