Tutto (quasi) calcolato, se pensiamo che Jannik Sinner si era pronosticato un paio di partite per Madrid ed invece ne ha giocate (e vinte) tre. Certo, che il dolore all'anca diventasse così forte forse non lo aveva considerato, ma l'intensa dose di palestra programmata per dare benzina al secondo pezzo di stagione deve aver fatto effetto. Poi c'è l'eterno dilemma dei campioni - a cui non piace mai ritirarsi - che questa volta è stato risolto dai medici: «Ho sentito più male del giorno precedente, alla fine ho seguito i loro consigli. Mi spiace, ma ora devo pensare al recupero». Da qui, ieri, l'allarme: Roma a rischio?
Sinner ormai è diventato un caso nazionale, e qualunque cosa faccia diventa oggetto di dibattito. Le Tv lo seguono passo passo, i media hanno riscoperto il tennis quotidiano, sui social si moltiplicano i gruppi di fan scatenati ad ogni sospiro. In realtà, poi, la verità a questo punto è che, in ogni caso, il suo programma di viaggio verso Roma, Parigi e poi le Olimpiadi era appunto già scritto. Ieri comunque, di ritorno a Monte Carlo, Jannik si è sottoposto a una risonanza di controllo che avrebbe confermato che non c'è nulla di grave. Il tempo per riprogrammare l'arrivo Foro è abbondante: il torneo comincia martedì 7, ma lui non scenderà in campo prima di venerdì 10: dunque praticamente 8 giorni pieni di allenamento sotto l'occhio attento del fisio Giacomo Naldi per presentarsi al meglio. La perfezione di Sinner è in fondo quella dei Numeri Uno (anche se a questo punto non potrà diventarlo comunque a Roma): perché quando uno sa calcolare i tempi, anche un contrattempo può essere digerito.
Peggio di lui, tra l'altro, sta Carlos Alcaraz, fatto fuori dal torneo di casa da Rublev e che ora rischia di perdere pure il terzo posto nel
ranking mondiale: «In realtà non sapevo neanche se avrei potuto giocare: ogni volta che colpisco il diritto penso all'avambraccio, e a che sensazioni ho. Ora voglio andare a Roma senza dolori, ma sarà un processo lento».
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