
Domani sera Yann Sommer proverà a parare anche la tradizione negativa dell'Inter contro il Bayern a San Siro, perché è vero che i precedenti non vanno in campo, però fa abbastanza impressione ricordare che i tedeschi hanno vinto a Milano 4 volte su 4: la prima nell'88, quando in Coppa Uefa ribaltarono lo 0-2 diventato storia per il gran gol di Nicola Berti, l'ultima nel girone di Champions, nella stagione che poi finì (quasi) in gloria nella finale di Istanbul.
Gioca l'Inter migliore possibile, ovviamente. Perché Dumfries continua a mancare. Inzaghi ha un unico dubbio, fra Dimarco e Carlos Augusto e lo scioglierà nelle ore di vigilia, mediando come sempre fra rischi e opportunità, prossimi impegni e condizione. Sommer e Pavard, gli ex della sfida, come a Monaco non sono in discussione. Il portiere in Baviera ha giocato solo mezza stagione, l'ultima prima di arrivare a Milano, chiamato in inverno per sostituire Neuer, infortunato come adesso (anche se Kompany spera di averlo domani). Giusto il tempo per vincere una Bundesliga. Più lunga e fortunata la parentesi del difensore francese: 4 stagioni (dopo le 3 allo Stoccarda) in cui ha vinto ogni cosa, compresi Champions e Mondiale per club (e 4 campionati).
Loro il Bayern lo conoscono bene, ma anche Inzaghi all'andata ha dimostrato di sapersela cavarsela. E se non fosse che una delle uniche 3 volte che in Champions League ha perso a San Siro è stata appunto proprio contro il Bayern (le altre con Real Madrid e Liverpool) a confortare le sue speranze di semifinale ci sarebbero anche le statistiche, con 14 vittorie in 19 partite casalinghe sulla panchina nerazzurra.
Yann Sommer è arrivato all'Inter per meno di 5 milioni, poca spesa e tanta resa per sostituire Onana (ceduto allo United) e Handanovic (che chiude la carriera). È curioso che un anno dopo, il club nerazzurro di milioni ne abbia spesi 15 per acquistare la sua riserva, Josep Martinez, tanti soldi e poche partite. Un investimento sul futuro, forse. Di certo il presente è ancora saldamente nelle mani del portiere svizzero, che Inzaghi ha rimesso al centro della propria porta appena ha potuto, dopo l'infortunio di febbraio. Prontamente ricambiato della fiducia con un rendimento eccellente.
Decisive, per esempio, le sue parate contro l'Udinese, utili a scongiurare la rimonta friulana.
Ma non c'è partita in cui Sommer non si confermi importante, anzi fondamentale, al punto che per lui sarebbe giusto un distinguo rispetto al rendimento bipolare della squadra, quasi imperforabile in Europa (appena 3 gol subiti in 11 partite, 10 con Sommer in porta) e invece solo quarta difesa della Serie A (dopo Napoli, Atalanta e Juventus).
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