Forse un sorriso in più e una nuvola in meno per Roberto Mancini, dopo il successo e il sofferto finale con l'Olanda. Chissà se basteranno ad allontanare quella stanchezza psicologica da lui negata e da altri intravista. Dalla prossima stagione si parlerà di Europei e Mondiali ed allora Mancini farà i conti con se stesso e con gli avversari. Ovvero: resto o non resto? Ha sempre considerato un onore guidare la nazionale. Ora l'onere potrebbe farsi pesante: per le difficoltà di gestione, in un mondo che non vuol agevolare la nazionale e i suoi ct, per il ricordo di una qualificazione mondiale toppata e, magari, per quelle correnti che talvolta spirano contrarie. Neppure va escluso che l'assenza di Vialli e De Rossi, nello staff, abbia un peso. E forse non è un caso che qualcuno stili già l'elenco dei nuovi ct, nel caso in cui Dunque, nel caso Mancini alzi la mano (più ipotesi che tesi) a chi affidarsi? Da Thiago Motta a Ranieri, a Gattuso, De Rossi e Cannavaro fin al ritorno del Conte mordi e fuggi, di tutto un po'. A ciascuno il suo e la sua controindicazione. Ma poi chi? Se non lui: lo Spalletti che ha compiuto l'impresa dell'anno. Il Napoli con lo scudetto è una medaglia al merito, ottimo il gioco e di buon livello la squadra. L'Italia non propone ghiottonerie individuali come Kim, Osimhen e Kvaratskhelia: si è visto ieri quanto in difesa ci vorrebbe un Kim. Però Spalletti ha completato la sua performance professionale con uno scudetto nostro dopo quelli conquistati in Russia. Senza dimenticare i premi ricevuti a livello individuale. Dunque esperienza internazionale e valorizzazione nazionale, dopo le esperienze non sempre fortunate a Roma e Milano, rassicurano sulla completezza del pedigree. E qualcosa varrà il pedigree, alla faccia di tutti i rampanti che poi vincono nulla.
L'idea Spalletti-nazionale è già stata lanciata ad inizio giugno quando si è completato il divorzio con AdL. Spalletti, toscano, sarebbe di casa a Coverciano. E, giusto per lasciar intendere, il nostro ha ammesso: «Allenare una nazionale è un lavoro particolarmente stimolante».
Ora non è detto che Mancini gli dica: prego, accomodati. E non sarà Spalletti (piuttosto gli amici suoi) a spingere per il cambio di panca. Però è vero che l'Italia del calcio ha già pronto un ct di riserva. Con Nomination conquistata sul campo.
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