La follia del numero "10"

Totti e la clamorosa apertura su un suo ritorno in campo. L'ex capitano della Roma gioca con le parole nel momento più difficile dei Friedkin

La follia del numero "10"
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Angelo Anquilletti stava nel suo autolavaggio di Città Studi e, in nostalgico meneghino, parlava di Ronaldo, il fenomeno: «Datemi due settimane di allenamento a Milanello e ve lo fermo io quello lì». Anguilla, al tempo, aveva cinquantaquattro anni, si era ritirato nel 1979 (ci ha purtroppo lasciato nel 2015 e pochi lo ricordano) la sua provocazione è ideale per spiegare le impreviste dichiarazioni di Francesco Totti che, rispondendo ai giornalisti presenti negli stand dello Sportitalia Village, come testimonial del brand Betsson, che sponsorizza fra le altre anche l'Inter con il suo sito Betsson.sport, ha detto: «Un mio ritorno in campo? Nella vita mai dire mai. Ci sono già stati dei giocatori in passato che erano tornati a giocare dopo alcuni anni. Per giocare in Serie A devo allenarmi bene bene. Mi hanno cercato alcune squadre di Serie A di recente. Quando è successo? Un mese fa e mi hanno fatto venire un po' di pazzia, un po' di pensieri. Mi son detto: perché dopo tantissimi anni ancora me lo chiedono? In 2 mesi sarei pronto...».

Totti oggi è più giovane di Aquilletti allora, dunque il suo pensiero e le sue parole sono comprensibili, la passione per il football non muore mai in chi ha amato davvero il calcio e ne è stato addirittura una icona, il simbolo unico di una squadra, di una città, dei tifosi. Francesco Totti è stato questo ed ancora rappresenta un punto di riferimento per il popolo romanista che lo vorrebbe presidente o comunque nello staff dirigenziale del club. Lo stesso Totti, seguendo e osservando il calcio contemporaneo, i ritmi della serie A, la qualità del gioco, può avere la presunzione di essere utile se non prezioso. A proposito di memorie storiche, Michel Platini, quando assunse il ruolo di commissario tecnico della nazionale francese, dopo i primi allenamenti della squadra rivelò: «Ho partecipato alle partitelle con loro e sono sempre decisivo, questo è preoccupante».

Francesco Totti ha lanciato una provocazione, sa giocare anche con le parole furbastre, la sua Roma avrebbe bisogno di un capo, non soltanto come dirigente ma come leader in campo, Juric, come prima di lui De Rossi, è utilizza pupini, la Roma è roba piccola, la rabbia dei tifosi si rivolge ai Friedkin e Totti sa benissimo dove tira il vento, la curva lo aspetta, aspetta il momento in cui lo speaker dell'Olimpico annuncia l'ingresso in campo del quarantottenne Totti Francesco, fresco come un fiore di primavera, pronto a far correre il pallone stando lui fermo mentre i sodali e i rivali sprecano energie nelle ripartenze, nella densità, con la costruzione dal basso, tra quinti e falsi nueve.

Sarebbe però interessante conoscere il nome della squadra che lo ha contattato, la nostalgia è la cosa più bella della vita e dello sport, l'album delle figurine ne è la conferma. Comunque aveva ragione Anguilla, due settimane di allenamento e chell lì el marchi mì.

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