Bruxelles A casa del Cannibale proseguono a banchettare felici solo gli olandesi della Jumbo Visma. La squadra della maglia gialla Mike Teunissen anche ieri ha fatto quello che voleva. Partita per ultima e arrivata per prima, con una forza disarmante, con una voracità che nemmeno Merckx aveva.
Dopo la vittoria a sorpresa ad opera di Teunissen, ieri è andato tutto secondo programma: la Jumbo aveva tutto per tenersi stretta la maglia gialla, e non solo si difende, ma rifila distacchi pesantissimi a tutti. La prestazione della squadra dei tuilipani è corale e totale. Viaggiano spediti e composti col tempo migliore dal primo all'ultimo metro e chiudono a oltre 57 di media (57,202), a conferma di una stagione strepitosa, che già oggi sfiora le quaranta vittorie, e fa gonfiare d'orgoglio il petto anche ad un'industria italiana come la Bianchi, storica bici di Fausto Coppi, tornata in giallo ventun anni dopo la vittoria datata 1998 e ad opera di Marco Pantani.
In Belgio continua così il Tour d'Olanda, in attesa di andare oggi in Francia. Prestazione senza se e senza ma: ultimo a partire, il Frecciarossa dei Paesi Bassi manda in briciole le velleità di successo di chi era scattato per primo: la Ineos di Bernal e Thomas. A rimetterci più di tutti è il nostro Gianni Moscon, che pedala sul trenino inglese e per quasi due ore, in caso di successo del suo team, culla il sogno di vestire la maglia gialla.
Niente da fare, ancora una volta, per il team Ineos (ex Sky). Capace di vincere in questi anni Tour a ripetizione, è ancora a digiuno di un successo nella cronosquadre. A parziale consolazione, per i leader Geraint Thomas e Egan Bernal, ci sono i secondi guadagnati alla concorrenza: una manciata a Uran (7) e Pinot (11), qualcosa di più al nostro Vincenzo Nibali (16) e all'acciaccato Fuglsang (20). Più attardati Martin e Aru (42), Quintana e Landa (44). Quasi dispersi Richie Porte (57) e il beniamino di casa Romain Bardet (59).
Se gli inglesi si consolano, gli olandesi godono e festeggiano come pochi. Steven Krujiswjik, compagno di squadra della maglia gialla, e leader designato per la gialla di Parigi (vi ricordate? È quello che finì in un cumulo di neve lungo la discesa del Colle dell'Agnello, nel Giro poi vinto da Nibali), per non sbagliare infligge una ventina di secondi a tutti: guai a sottovalutarlo.
Benino il nostro Vincenzo Nibali, che con la sua Bahrain limita i danni. «Ci siamo difesi come speravamo di fare. Ma siamo davvero solo all'inizio», ha detto il siciliano, che dimostra in ogni caso di essere in palla.
«Come sto e come sarà il mio Tour, lo scoprirò solo giovedì, nel primo arrivo in salita a la Plance des Belles Filles», ribadisce il siciliano. Oggi si arriva a Epernay: traguardo ostico, per gente tosta come Sagan, Alaphilippe e Van Aert. Ma anche i nostri Bettiol, Trentin e Colbrelli...
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