Tweet del Napoli: "Mattarella, non firmare il decreto sicurezza". Poi il club si scusa

Gaffe dell'account ufficiale su Twitter del Napoli che ha diffuso la petizione per chiedere al Capo dello Stato di non firmare il decreto sicurezza bis approvato di recente dal Parlamento. Poi il tweet di scuse

Tweet del Napoli: "Mattarella, non firmare il decreto sicurezza". Poi il club si scusa

"Cercheremo di capire come mai è comparso un tweet non voluto sul nostro profilo. Ci scusiamo con i followers". È quanto si legge nel tweet di "riparazione" che il Napoli ha pubblicato con il suo account ufficiale su Twitter per giustificare quanto successo qualche ora prima, quando ai followers del club azzurro è apparso un cinguettio "politico" firmato dalla società del presidente De Laurentiis. Cinguettio con il quale il Napoli invitava a firmare la petizione di Change Italia per chiedere al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di non firmare il decreto sicurezza bis approvato qualche giorno fa dal Parlamento.

Il testo della petizione, che per ora ha raccolto circa 50 mila firme, è eloquente. Il decreto voluto da Salvini viene accusato di "criminalizzare la solidarietà e il dissenso", oltre al fatto di contenere "insicurezza, emarginazione, esclusione sociale, odio, razzismo e xenofobia". Ragioni per le quali gli autori della petizione "chiedono che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella non promulghi la legge di conversione del decreto sicurezza bis e la rinvii alle Camere esercitando le prerogative riconosciutegli dall’art. 74 della Costituzione". Inevitabile la sorpresa dei tifosi del Napoli nel vedersi recapitare il messaggio.

Dopo pochi minuti il tweet è stato cancellato e sostituito da un post in cui il club spiega di non avere "segnalato volontariamente alcuna petizione. Cercheremo di capire come mai è comparso un tweet non voluto sul nostro profilo. Ci scusiamo con i followers".

Una gaffe che non è passata inosservata su Twitter, dove lo staff che gestisce l'account del Napoli è noto per il suo stile "ruspante", fra traduzioni bizzarre dall'inglese e foto molto se non troppo informali. Cosa può essere successo stavolta? Forse il social media manager voleva condividere la petizione con il suo profilo personale, ma per sbaglio ha usato quello del club.

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