D'estate, si sa, fa caldo. E a New York in questi giorni di più, pare. Non si spiegherebbero infatti i ritiri in serie dei giocatori, ma soprattutto certi colpi di testa che in un periodo fanno scatenare polemiche assurde. Tennis e sessismo insomma: in campo agli UsOpen entra anche il MeToo, e tutto per un semplice cambio di maglietta. Per nulla scandaloso, ma che pure ha dato scandalo.
In pratica: fa caldo e qualcuno non connette bene, se è vero che Alize Cornet - la francese con un bel caratterino e il nasino all'insù - è stata punita soltanto, appunto, per essersi cambiata la maglietta. Il fatto è che - complice il termometro e l'umidità - in questi giorni ai tennisti è consentito prendersi una pausa per rinfrescarsi un po', e Alize dopo essere uscita per farlo si è accorta di aver messo la t-shirt al contrario. Ora: di solito certe cose si fanno al cambio di campo, la Cornet invece già sulla riga di fondo ha fatto un mini-strip per rimediare all'errore.
Scandalo? Per nulla: sotto infatti c'era un pudico reggiseno sportivo. Ma per l'arbitro era comunque troppo, tanto da meritare un warning, ovvero un'ammonizione. Per condotta non regolamentare. La cosa di per sé farebbe sorridere, se non fosse che immediatamente è partito il tam tam del sessismo. Domanda: perché gli uomini possono rimanere a petto nudo, mentre alle donne no? Risposta: la differenza sarebbe evidente (ai vecchi tempi almeno lo era...), però la realtà è che lo spogliarello della Cornet non aveva nulla di così scandaloso. La verità è in pratica che l'arbitro ha preso, pure lui, un colpo di sole. Poteva insomma finire tutto lì, ma la Wta - l'associazione che guida il circuito femminile - è scesa metaforicamente (e pomposamente) in piazza per ottenere vendetta: «La violazione del codice che la Usta ha inflitto ad Alize Cornet durante il suo match è stata ingiusta e non basata su regole della Women's Tennis Association, poiché la Wta non ha regole specifiche in merito al cambio di abbigliamento in campo. La Wta è sempre stata e sarà sempre in prima linea per le donne e per lo sport delle donne. Alize non ha fatto nulla di sbagliato». Quell'ammonizione, dunque, invece di essere una semplice stupidata è diventata pura discriminazione.
Un tasto, nel tennis, da un po' di tempo delicato: per esempio per la parità di montepremi negli Slam non molto digerita dai maschi, che giocano di più e fanno più spettacolo. A dirlo però - così come a dire che durante l'anno gli spalti dei tornei femminili sono spesso desolatamente vuoti - si rischia il linciaggio mediatico.
Così come lo ha rischiato alla fine l'organizzazione, corsa a rimediare scusandosi: «Non c'è nessuna regola che prescriva una punizione in questi casi, l'arbitro ha sbagliato e non accadrà più». Per fortuna, aggiunge il comunicato, «era solo un warning». Davvero: era solo quello?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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