"I sospetti degli Usa? Fossi al posto del direttore tecnico americano, qualche domanda me la farei. È sempre colpa degli altri?". A parlare in questo modo è il dt azzurro Antonio La Torre, che respinge al mittente le accuse arrivate dall'America dopo i trionfi italiani a Tokyo 2020.
È un'Olimpiade indimenticabile per l'atletica italiana dopo le cinque medaglie d'oro conquistate dagli Azzurri. La programmazione della Federazione ha portato risultati inimmaginabili alla vigilia dei Giochi Olimpici. Grande merito va al direttore tecnico azzurro Antonio La Torre, la cui conferma appare scontata. "È bravo, non devo scoprirlo io. Ci siamo affidati a lui in questo periodo e il gruppo ha risposto bene. Conferma? Ne parleremo" ha assicurato Stefano Mei, presidente della Fidal. Proprio La Torre ha parlato un po' di tutto, in conferenza a Casa Italia a Tokyo, godendosi il momento magico della nostra atletica leggera.
C'è spazio e non poteva essere altrimenti per rispondere in maniera dura alle accuse arrivate dagli Stati Uniti, dopo la vittoria di Marcell Jacobs nei 100m. "Fossi al posto del direttore tecnico americano, qualche domanda me la farei. A prescindere da questa polemica gratuita c’è parecchio lavoro da fare. I più forti velocisti del mondo che non si qualificano con la staffetta, non vincono i 100-200-400. È sempre colpa degli altri?". E ancora: "Chi ha scritto certe cose – ha detto riferendosi all’articolo del Washington Post - non era neanche informato sulle gare di Marcell sui 60. Qualche volta il complesso di superiorità può far male". E in riferimento al velocista di Desenzano del Garda, La Torre ha assicurato: "Se Jacobs rimane Jacobs, quello che avete visto qui, può arrivare a Parigi continuando a essere il velocista da battere".
Sul futuro ha le idee chiare:"Dobbiamo lavorare ancora più di prima, rompere i cliché e dovremo cambiare molte cose. Squadra che vince si cambia… Perché si deve continuare a lavorare sulla mentalità sull’approfondimento e provare a fare cose nuove perché gli altri, come noi abbiamo rincorso loro, ci aspettano. Qui abbiamo fatto squadra. Non avete sentito atleti che hanno cercato scuse". Infine non è mancato un passaggio scherzoso sulla "mano santa" di Giorgio Chiellini, come illustrato da moltissimi meme sui social.
"La mano di Chiellini ci ha aiutato anche ieri", ha detto La Torre sorridente, con chiaro riferimento al fallo del capitano azzurro nella finale contro l'Inghilterra, quando aveva letteralmente stoppato, in modo irregolare ma decisivo, un lanciatissimo Saka. Un'immagine che insieme a quella di Tortu al fotofinish, rende indimenticabile questa estate italiana.Segui già la nuova pagina Sport de ilGiornale.it?
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