
Non gli tirano le pietre, ma una borraccia, in pieno volto. Alla fine Mathieu Van der Poel si porta a casa la terza pietra, dopo aver rischiato di finire gambe per aria per una borracciata. Gli va tutto bene all'olandese volante, anche perché quella borraccia scagliata in piena faccia da un cretino travestito da tifoso poteva davvero fargli del male.
Oggi a te domani a me. Sono sempre loro due che stanno rendendo leggendaria questa primavera carica d'amore per la bicicletta. Da Mathieu Van der Poel, già vincitore alla Sanremo, a Tadej Pogacar, che si era seduto sul trono del Fiandre. Ieri è stata ancora la volta dell'olandese volante che ha colto l'attimo: una curva presa male e a tutta velocità con le mani sopra alle leve dei freni e per Pogacar la caduta è stata fatale. Venti secondi di bonus per Van der Poel che si è messo in modalità prova a prendermi e l'hanno rivisto nel velodromo André Petrieux, dove ha festeggiato un tris storico, riuscito solo a Octave Lapize e al nostro Francesco Moser.
«Mi spiace per Tadej, senza il suo errore in curva saremmo arrivati insieme: è un peccato, ma è la Roubaix. Non è una rivincita, ho ritrovato le gambe che volevo e festeggio un record straordinario», ha raccontato felice come mai l'ex iridato, che prima del Fiandre, ha dovuto debellare anche una forma influenzale.
La corsa la fanno come sempre loro due: Tadej e Mathieu. Pogacar e Van der Poel la spaccano nella Foresta di Arenberg, dove i due si esaltano e solo Pedersen e la sorpresa Bissegger con Philipsen che finirà la benzina più avanti, restano davanti. In verità sfortunatissimo è anche il danese Pedersen, che fora nel momento in cui Tadej attacca e perde il treno giusto. Poi la caduta dello sloveno, che lascia via libera a Van der Poel, il quale capitalizza i secondi di vantaggio, per nulla turbato da quello pseudo tifoso che gli scaglia una borraccia in faccia.
E l'Italia del pedale? Caduta, sgonfiata e affondata. Si difende come può Pippo Ganna: fora all'inizio dei tratti in pavé dopo un centinaio di chilometri e consuma energie preziose nella rincorsa che diventa interminabile. Finisce 13° a quasi 5' dal vincitore. «Tutto sommato sono molto soddisfatto della mia prestazione ha spiegato Taddeo -.
Ho perso contro un grande campione: se fossi un bimbo, Mathieu sarebbe il mio idolo. È vero, sono arrivato troppo veloce in curva, commettendo un piccolo errore che mi è risultato fatale, ma una cosa è certa: tornerò per vincere».
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