![Veleni arbitrali dall'Europa all'Italia](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2024/12/13/1734071756-rachel-yoon-6sxvajxknwu-unsplash.jpg?_=1734071756)
C'è ancora qualcuno che si stupisce e scandalizza per gli arbitraggi. Probabilmente ritengono di assistere a giochi senza frontiere della vecchia tivvù, là dove almeno Guido Pancaldi e Gennaro Olivieri erano arbitri giudici al di sopra di qualunque contenzioso. Qui, invece, i giochi senza frontiere del calcio, dunque tornei Fifa, Uefa e leghe varie, sono uno spettacolo che provoca rabbia e insulti, il turno di champions league si aggiunge al malessere registrato nei vari campionati. Se Gasperini o Mourinho, e altri loro sodali meno fumantini, ripetono che questo non è più calcio, chi è sopra le loro teste non fa un fiato, si limita a proteste populiste, intanto i governi del football proseguono indefessi il loro mestiere, Capello e Del Piero hanno accennato al vero problema, l'assenza di ex calciatori o allenatori al tavolo dei regolamenti, Var compreso, il motivo è chiaro, chi comanda teme l'inserimento di chi conosce davvero il calcio e non per fini di potere elettorale. La lunga premessa per spiegare quale sia l'atmosfera che accompagnerà il week end di serie A, Lazio-Napoli e Juventus-Inter, non trascurando Atalanta-Cagliari come Milan-Verona, territori a rischio per chi corre verso il titolo, il posto in champions e la salvezza, squadre alle prese con affanni di bilancio, infortuni, polemiche interne, un quadro generale non rassicurante e che preannuncia un turno con qualche trappola. Inutile controllare le designazioni dal momento che Zappi Antonio, presidente dell'Associazione arbitri, ha candidamente ammesso che «la bellezza del calcio è anche l'opinabilità della decisione arbitrale».
Interessante davvero, la legge, il regolamento, sono un'idea come un'altra, adesso lo sappiamo per certo. «Dobbiamo imparare bene le regole in modo da infrangerle nel modo giusto». Lo ha scritto il Dalai Lama e senza ricorrere al Var.
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